giovedì 22 dicembre 2011

LETTERA


Egregio Prefetto,
abbiamo apprezzato le sue intenzioni e quelle dei suoi collaboratori e ci siamo riservati di verificarle nei fatti, sapendo fin troppo bene che non tutto sarebbe dipeso da lei. Bene, ciò che è accaduto finora è stato un faticosissimo rinvio dei primi tre sfratti in elenco (10, 12, 23 gennaio). Per il resto abbiamo avuto la conferma della situazione che avevamo discusso con lei il giorno 5 dicembre. Non si è aperta nessuna prospettiva per le famiglie già sfrattate, non ci è arrivato nessun segnale che le emergenze vengano gestite con criteri riconoscibili, non si è mosso nulla rispetto all'ipotesi di trasferire all'ente pubblico la proprietà dell'edificio di corso Volta. 

lunedì 12 dicembre 2011

CASA, LAVORO, DIGNITÀ


QUELLI CHE LA CRISI LA SUBISCONO
6 famiglie “occupanti” un edificio di via Allende
11 famiglie “occupanti” un edificio di via Orfanotrofio
6 famiglie truffate e sfrattate da un edificio di Corso Volta
8 famiglie senza tetto ospiti precari di amici e parenti

QUESTA È L'OSPITALITÀ CHE ASTI SA OFFRIRE
QUESTO È IL BUON NATALE CHE SAPPIAMO AUGURARE

martedì 6 dicembre 2011

Via Orfa:buon compleanno, 6 dicembre 2010/2011


Un anno di affermazione del diritto all'abitare di 11 famiglie
altrimenti minacciato da procedure di sfratto per morosità incolpevole; dalla impossibilità di affrontare in solitudine un problema sociale di questa gravità; dalla mancanza di alternative abitative (casa popolare o abitazione a canone calmierato), salvo disperdere le famiglie, dividendo i genitori dai figli, in approssimate reti di solidarietà amicale o parentale, o nell'ancor più approssimata foresteria del Comune (Maina). Nel conto delle costrizioni possibili (ma anche degli auspici dell'assessore ai Servizi Sociali) non manca il ritorno ai paesi di origine delle famiglie straniere senza lavoro stabile e reddito garantito.


Un anno di autogestione di un edificio di proprietà pubblica
una domiciliarità ricostruita tra mille difficoltà (l'impossibilità di attivare l'impianto di riscaldamento, il costo elevatissimo della energia elettrica attinta ad un contatore da cantiere, le ristrettezze di un edificio non residenziale trasformato, attorno ai servizi igienici esistenti, in 11 unità abitative,). Nonostante ciò l'unità delle famiglie è stata tutelata (i pasti attorno ad un tavolo, i bambini a scuola, il sonno protetto, gli adulti alla ricerca meno affannosa di una occasione di lavoro) e l'occupazione è adesso un progetto di convivenza e di inserimento sociale offerto all'interesse e alla collaborazione di chi auspica una società responsabile e solidale (sono costoro, purtroppo, ancora pochissimi).

lunedì 21 novembre 2011

I nodi del dibattito


Sulla perdita di sovranità, che si è consumata in un ventennio e oltre di cavalcata neoliberista, ormai convengono tutti gli analisti della nostra parte (i movimenti). Perdita di sovranità, ossia perdita del potere di decidere sul nostro territorio e su tutto ciò che fino a ieri avevamo considerato bene pubblico. Parallelamente un venir meno di una cultura dei diritti (quelli costituzionali), nel senso che non c'è più nulla di esigibile, restano le opportunità offerte dalla “mano invisibile del mercato” (che, per definizione, garantisce l'utilizzo più razionale ed equo delle risorse, essendo risorse anche quelle “umane”). 

venerdì 4 novembre 2011

COMUNICATO STAMPA


FINE DI UN DIALOGO MAI INIZIATO
Venerdì 28 ottobre il “tavolo” convocato dall'assessore in Comune si è concluso con un nulla di fatto e senza l'annuncio di una riconvocazione. Esperienza finita, ennesimo tentativo di dialogo frustrato dalla inamovibilità degli orientamenti del titolare dell'assessorato ai Servizi Sociali. 

FINE DI UN DIALOGO MAI INIZIATO


venerdì 4 novembre 2011

COMUNICATO STAMPA

Venerdì 28 ottobre il “tavolo” convocato dall'assessore in Comune si è concluso con un nulla di fatto e senza l'annuncio di una riconvocazione. Esperienza finita, ennesimo tentativo di dialogo frustrato dalla inamovibilità degli orientamenti del titolare dell'assessorato ai Servizi Sociali.

giovedì 3 novembre 2011

COMUNICATO STAMPA CGIL-CISL-UIL ASTI


In data 28 ottobre 2011, al suo terzo incontro, si è definitivamente chiuso il Tavolo delle Emergenze Abitative presso il Comune di Asti.
La riapertura di questo organismo, dopo anni di sospensione, era stata perseguita con tenacia da una pluralità di attori, con un decisivo contributo delle scriventi Organizzazioni Sindacali, a fronte dellacutizzarsi della crisi economica. Con la perdita del lavoro e la sua sempre maggior precarietà, molti lavoratori e cittadini non riescono più a sostenere un affitto a prezzi di mercato. Noi chiedevamo allEnte Locale di cercare risposte, tutti insieme, a questa sempre più diffusa sofferenza sociale. Ci eravamo messi a disposizione con pazienza e buona volontà, anche svolgendo un ruolo moderatore rispetto a tensioni molto forti esistenti a quel Tavolo.

giovedì 20 ottobre 2011

PRESIDIO, CONFERENZA STAMPA E MINICORTEO



Con questa conferenza stampa e questo presidio abbiamo voluto dare il senso della chiusura di una fase di lavoro della nostra associazione. Questa fase è iniziata nella seconda metà del 2009 e si è caratterizzata con un progressivo aggravamento del problema abitativo, con un divario sempre maggiore tra bisogni abitativi e disponibilità di alloggi popolari, con una emergenza che , in queste ultime settimane, è diventata la normalità.
Abbiamo attraversato questa fase con un crescendo di azioni di contrasto degli sfratti, di cui le due occupazioni (via Allende e via Orfanotrofio) sono state, in mancanza di alternative lo sbocco inevitabile, con un crescendo di iniziative pubbliche.

giovedì 8 settembre 2011

La questione abitativa in tempo di crisi


La questione abitativa in tempo di crisi non ha più nulla di “settoriale”. E' un indicatore di un più generale malessere sociale. Dominio del mercato (mai declinato in modo così feticistico), del capitale finanziario, conseguente restringimento o negazione dei diritti (costituzionali e non) e delle pratiche democratiche, ecco come è nato questo malessere. Quando diciamo: le occupazioni e i contratti degli sfratti sono necessitati (lo ha detto persino un giudice) prendiamo atto di una situazione in cui si è chiuso uno spazio pubblico di tutele, di negoziato e di democrazia partecipata; una situazione in cui un nuovo spazio pubblico deve essere riaperto e può essere riaperto solo con atti costitutivi di una nuova sovranità. E' la situazione in cui si trovano tutti i movimenti; è la situazione in cui maturano le relazioni di “mutuo soccorso”. Una relazione di “mutuo soccorso”, questo vuole essere l'assemblea del 22.

mercoledì 7 settembre 2011

Un passo avanti e due indietro



La frequentazione dei tavoli attivati per fronteggiare l'emergenza abitativa non è stata finora molto incoraggiante. Intanto tre tavoli sono davvero troppi e segnalano una difficoltà di rapporti tra le istituzioni che andrebbe superata. Per cogliere tutta la gravità del problema sociale e per rappresentarne meglio i nessi con i contesti più ampi di quelli del comune capoluogo, sarebbe meglio averne uno, in capo al Prefetto. 

domenica 31 luglio 2011

Politica, nel senso di polis


L'autogestione delle occupazioni e la pedagogia partecipativa delle relazioni tra l'Associazione e i cittadini che già ne condividono (o si apprestano a condividerne) le azioni, sono scelte politiche (nel senso di polis, agire insieme per il bene comune) che ci caratterizzano, sulle quali si gioca la nostra credibilità. Con tali scelte, inoltre, esercitiamo la nostra capacità di impedire che il conflitto, che ci oppone al sistema dei poteri, degeneri in problema di ordine pubblico. Al contrario, di quel conflitto dobbiamo far emergere tutto il contenuto sociale. Il che non esclude che i fautori di un ordine contrario alla giustizia possano momentaneamente prevalere, ma in questo caso saranno ancora le nostre scelte politiche a dettarci la risposta giusta. 

mercoledì 6 luglio 2011

Brecht ne ha tessuto le lodi della dialettica


Brecht ne ha tessuto le lodi. La dialettica non è la chiacchiera, è uno strumento del pensiero per indagare la realtà nei suoi processi e nelle sue contraddizioni, nelle sue dinamiche e nei suoi annunci. Dovremmo farne un uso migliore, perché la realtà non è mai uguale a se stessa. 

domenica 26 giugno 2011

APPUNTI PER LA RIUNIONE DEL 28


Premessa
Abbiamo deciso di precisare il nostro punto di vista su alcune questioni già discusse o che si discuteranno il 28 e oltre, pensando di fare cosa gradita ai nostri interlocutori, che sappiamo interessati ad un serio confronto.

Il carattere sociale dell'emergenza abitativa.

Se non si coglie questo carattere, come purtroppo accade spesso nel corso di questa discussione, si cade fatalmente in misure che forse riducono provvisoriamente il danno ma allontanano la soluzione del problema e contribuiscono a scaricare sulle vittime la responsabilità e i costi della presente crisi.
L'emergenza c'è perché a suo tempo qualcuno ha pensato di affidare al mercato la tutela del diritto all'abitare. A distanza di un po' di anni il risultato è sotto i nostri occhi: non ci sono case popolari, o se ci sono lo sono in misura residuale, gli alloggi a canone calmierato sono offerti ad una fascia di bisogno abitativo che non si sovrappone a quella censita agli sportelli dell'assessorato e delle associazioni, le locazioni sul libero mercato sono inaccessibili per persone famiglie con redditi modesti o intermittenti. 

sabato 11 giugno 2011

Passi avanti o tattica opportunistica ?


Da questo momento al 14 giugno data del processo e nei giorni seguenti misuriamo l'efficacia e i limiti della nostra azione; semplificando, ci giochiamo quasi tutto. I fatti nuovi ci sono: la convocazione della riunione del 14 in Comune a cui siamo stati formalmente chiamati, con all'ordine del giorno la ricomposizione del “tavolo delle emergenze abitative”; le riunioni in Prefettura dove l'intenzione di chi le promuove è di rimetter mano ai progetti su Ferrotel, edifici asl ed eventuali altri edifici pubblici; il coinvolgimento degli enti della provincia nella ricerca di alloggi a canone sociale; la decisione dell'assessore di rivedere i requisiti di accesso all'agenzia casa del comune per renderli meno selettivi. 

venerdì 10 giugno 2011

21 giugno: processo al diritto di abitare


Il 21 giugno processano il diritto all'abitare delle sei famiglie che “occupano” da più di un anno l'edificio di proprietà del Ministero della Difesa di via Allende. 
La loro colpa ? Aver difeso la loro dignità sottraendo all'incuria e al vandalismo un edificio di proprietà pubblica vuoto da 7 anni; aver sottratto alla speculazione immobiliare un bene di tutti ed avervi ricostruito la loro residenzialità. Aver affermato dei valori sociali che dovrebbero essere apprezzati non puniti, e che stanno al cuore di tutti i cittadini che vogliono una città solidale e inclusiva.
Chiediamo solidarietà e partecipazione, perché non si consumi l'ennesima ingiustizia a danno di famiglie a cui è stato imposto un lavoro senza diritti e un salario troppo modesto e intermittente e a causa di ciò hanno subito uno sfratto; famiglie che non hanno alcuna responsabilità della crisi sociale in corso. 

martedì 31 maggio 2011

MEMORANDUM TAVOLO


Il presente memorandum risponde alle seguenti esigenze:
  • tutelare il diritto all'abitare delle persone/famiglie;
  • non consegnare al mercato immobiliare edifici di proprietà pubblica;
  • evidenziare il carattere sociale del problema abitativo;

lunedì 9 maggio 2011

SI al diritto alla casa NO alla speculazione immobiliare


La proposta del sindaco, annunciata durante il consiglio comunale aperto, formalizzata con una delibera di giunta e con una lettera inviata alle famiglie “occupanti” di via Orfanotrofio, è troppo generica e carica di ambiguità per essere semplicemente accettata o respinta. Se si tratta di un progetto di “centro di accoglienza per famiglie”, oppure di “foresteria per famiglie”, vale a dire se si tratta di un nuovo strumento di politica sociale, allora lo si presenti come tale ad un tavolo partecipato, dove soggetti sociali e istituzionali lo possano accogliere, condividere o emendare con responsabilità. Sono anni che le Associazioni e i Sindacati rivendicano un tale strumento e la richiesta ha attraversato giunte di diverso colore politico.

MALAFEDE O INCOMPETENZA ?


Dall'andamento del processo a carico delle famiglie di Via Allende possiamo desumere che la tesi della condanna sia stata avvalorata con l'argomento che, al momento dell'occupazione, le famiglie disponevano di redditi sufficienti per affittare sul mercato delle locazioni. E' solo una ipotesi, essendo la certezza rimandata alla lettura delle motivazioni della sentenza. Sta di fatto che la misura dei redditi è stata al centro del dibattimento e tra i documenti più citati come prova ci sono stati gli estratti conto dell'inps di ogni singolo imputato.

FESTA IN VIA ALLENDE


Una festa per divertirsi, stare insieme e conoscersi meglio; in questo una festa normale, scandita da momenti di incontro, ristorazione e musica. Alle undici circa del mattino sono arrivati i partecipanti alla biciclettata ecologica. Volontari/attivisti hanno spiegato le ragioni dell'appuntamento. Perché quella tappa proprio lì, nel cortile della casa “occupata” e perché sono tornate d'attualità le questioni del nucleare e della privatizzazione dell'acqua. Questa volta si tratta di un colpo di mano contro i referendum e contro la volontà popolare; la spregiudicatezza di una maggioranza parlamentare guidata solo da interessi tribali. Non se ne può più !

PROCESSO ALLE FAMIGLIE


La modestia della pena (da 80 a 100 euro) non deve trarre in inganno, resta la gravità della sentenza di cui leggeremo le motivazioni tra quindici giorni. Gli argomenti per sostenere lo “stato di necessità” c'erano tutti, dall'orientamento prevalente nella giurisdizione, favorevole all'assoluzione, alle circostanze, ampiamente documentate, in cui le famiglie sono state private di qualunque alternativa allo sfratto esecutivo.

In punta di diritto


TRIBUNALE DI ASTI
Il Tribunale di Asti, in persona del dott. Perfetti,
nel procedimento possessorio n.1073/011 RG, pendente tra
Ministero della Difesa, difeso dall'Avvocatura dello Stato; RICORRENTE,
Poliante Roberto+altri, tutti difesi dall'avv. Roberto Caranzano; RESISTENTI,
OSSERVATO E RILEVATO CHE
Parte ricorrente – agendo in riassunzione, a seguito della declaratoria di incompetenza adottata dal Tribunale di Torino – lamenta che, nella giornata del 6 aprile 2010, i resistenti ebbero ad introdursi illegittimamente in immobile sito in Asti, alla via Allende – adibito al soddisfacimento delle esigenze di servizio del personale militare, sebbene al momento del fatto sgombero di persone, in virtù di lavori di ristrutturazione in corso – ivi instaurandosi con le proprie famiglie, senza averne titolo; chiede di conseguenza disporsi la reintegrazione nel possesso del bene oggetto di usurpazione.
Si costituivano i contraddittori, con comparsa di risposta in data 21.06.2011, nella quale veniva recepita la insussistenza di una fattispecie di illecito possessorio, per avere essi agito in stato di necessità, a seguito della perdita delle rispettive abitazioni familiari – cifr all. 1 del fascicolo di parte resistente, documentazione attinente alle procedure per convalida di sfratto subite – e nella materiale impossibilità di accedere alla strutture comunali adibite alle famiglie in stato di difficoltà economica.
Chiedevano rigettarsi il ricorso.

venerdì 6 maggio 2011

Foresteria ?


La proposta del sindaco, annunciata durante il consiglio comunale aperto, formalizzata con una delibera di giunta e con una lettera inviata alle famiglie “occupanti” di via Orfanotrofio, è troppo generica e carica di ambiguità per essere semplicemente accettata o respinta. Se si tratta di un progetto di “centro di accoglienza per famiglie”, oppure di “foresteria per famiglie”, vale a dire se si tratta di un nuovo strumento di politica sociale, allora lo si presenti come tale ad un tavolo partecipato, dove soggetti sociali e istituzionali lo possano accogliere, condividere o emendare con responsabilità. Sono anni che le Associazioni e i Sindacati rivendicano un tale strumento e la richiesta ha attraversato giunte di diverso colore politico. 

La “foresteria” presso la Casa di Riposo e altro.


La proposta del sindaco, annunciata durante il consiglio comunale aperto, formalizzata con una delibera di giunta e con una lettera inviata alle famiglie “occupanti” di via Orfanotrofio, è troppo generica e carica di ambiguità per essere semplicemente accettata o respinta. Se si tratta di un progetto di “centro di accoglienza per famiglie”, oppure di “foresteria per famiglie”, vale a dire se si tratta di un nuovo strumento di politica sociale, allora lo si presenti come tale ad un tavolo partecipato, dove soggetti sociali e istituzionali lo possano accogliere, condividere o emendare con responsabilità. Sono anni che le Associazioni e i Sindacati rivendicano un tale strumento e la richiesta ha attraversato giunte di diverso colore politico. 

giovedì 28 aprile 2011

LA PRESA DELLA TORRE

L'azione di ieri, la presa della torre Trojana, ha tolto alla nostra associazione e alle famiglie che la partecipano ogni residua speranza che sia possibile, con la presente giunta e con chi la rappresenta, avviare un negoziato, un confronto, per trovare soluzioni all'emergenza abitativa.
Fin dal mattino, nella piazza del Municipio, durante uno scambio di battute a cui si è sentito obbligato, per la semplice ragione che passava di lì, il Sindaco ha espresso le sue intenzioni. Le riassumiamo così:
interdire da qualsiasi “tavolo di confronto” la nostra associazione e i cittadini che la partecipano. Accreditare invece chiunque sia disposto a riti di conferma, a fare chiacchiere senza costrutto e soprattutto a sottoscrivere qualsiasi provvedimento, purché non tocchi la proprietà, gli interessi della possidenza cittadina, l'idea che il mercato sia l'essenza della democrazia
punire le famiglie che si sono rifiutate di barattare la loro dignità e la loro coesione con l'accettazione di sfratti senza alternativa abitativa, o al più con la separazione  in centri di accoglienza dei genitori dai figli.  Premiare invece con una filantropia pelosa, escludente e deresponsabilizzante chi, con la rassegnazione e il silenzio e l'ostilità verso chi sta peggio, conferma lo stato di cose presente e ne assolve i responsabili
La delega alla polizia e ai carabinieri di negoziare, pena lo sgombero violento, il rilascio della torre e l'annuncio che contro le famiglie di via Orfanotrofio sarà agita una ordinanza di inabitabilità dell'edificio della vecchia mutua, sono state le uniche scelte fatte dal Sindaco a conclusione della giornata e a conferma delle sue intenzioni.
Stando così le cose, l'appello ad alzare la testa, simbolicamente rappresentato sulla torre, è rivolto a tutti quelli che in questo momento subiscono la negazione di un diritto e di insopprimibili bisogni di vita. C'è dunque la necessità di coordinare, in un unico movimento, tutte le azioni di cittadinanza attiva, di critica pratica dei comportamenti dominanti, di tutela dei diritti costituzionali, che animano la società civile cittadina. Lo sciopero generale del 5 maggio è l'occasione giusta, è l'appuntamento che può essere preparato per dare più slancio ed efficacia a quelle azioni.

lunedì 28 marzo 2011

Il tam-tam degli sfrattati “Stasera tutti in municipio”


Riconvocato il Consiglio comunale sospeso dopo il presidio dei gruppi

ROBERTO GONELLA ASTI
Un momento della protesta delle associazioni degli sfrattati in piazza San Secondo davanti al municipio

La seduta si annuncia «calda». Interrotto la scorsa settimana per la protesta in sala di associazioni e sfrattati, stasera è nuovamente convocato il Consiglio comunale. E i manifestanti si ripresenteranno. Il tam tam in queste ore corre sul web e via sms con decine di adesioni con dure accuse alla giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giorgio Galvagno. «Il problema casa e il caro parcheggi - scrivono le associazioni - sono due simboli del disinteresse dell'amministrazione per i problemi dei cittadini. Chiediamo a tutte le realtà sociali e ambientaliste di partecipare portando le loro questioni in piazza». Ma in un’intervista a «La Stampa», il vice sindaco Sergio Ebarnabo rispedisce le accuse al mittente. «Il Comune mette a disposizione strumenti per chi è in difficoltà - il pensiero dell’amministratore nel Pdl con provenienza An - ma prima di tutto vengono i nostri pensionati, chi è nato e ha lavorato qui e non chiede le cose con prepotenza lasciandosi anche strumentalizzare».

domenica 27 marzo 2011

ABROGHIAMO EBARNABO


(dall'Egitto alla Tunisia sarà la piazza a cacciarti via)
Dalla “casa ai piemontesi” alla “casa agli italiani”, Da Verrua ad Ebarnabo xenofobia a gogò. Per il resto l'intervista di Ebarnabo alla Stampa è una dichiarazione di guerra alla ragione e alla razionalità dei fatti. Meglio, è la conclusione di un anno di ostinato rifiuto del Sindaco e della giunta a fissare almeno una agenda dei problemi abitativi in città. Invece solo chiacchiere, ammiccamenti inconcludenti verso chi, sindacati e Prefetto, sollecitavano la convocazione di un “tavolo” partecipato. E poi i pregiudizi che servono a evocare capri espiatori, i soliti inviti ad usare la forza pubblica, insomma tutte le miserie della politica di oggi, tutti gli strumenti per fare la guerra ai poveri. 

Ebarnabo all’attacco “La casa va agli italiani”


ROBERTO GONELLA ASTI
Intervista

Schiere di cassintegrati e disoccupati non hanno soldi per l’affitto. Gli sfratti aumentano, il bisogno abitativo cresce. E gli alloggi popolari che saranno costruiti sono una goccia nell’oceano di necessità. Ne servirebbero almeno 600 per soddisfare la richiesta di chi è in lista ma, almeno da spendere in questa direzione, di soldi non ce ne sono. La casa è di chi l’abita, la strofa di un canto di protesta che da mesi è colonna sonora nella vita di famiglie di migranti: hanno occupato immobili pubblici (vuoti) lasciati andare alla deriva. Comunque la si pensi, le occupazioni di via Allende e dell’ex Mutua sono la punta dell’iceberg di un malessere sociale che si gonfia, un ascesso sul punto di esplodere.

STOP AL CONSIGLIO COMUNALE

Da La Stampa (Roberto Gonella)
Nel recentemente passato il Consiglio comunale aveva fatto tutto da solo con sedute che non raramente saltavano per mancanza del numero legale. Giovedì sera uno stop clamoroso a pochi minuti dal via originato invece dalla protesta di un gruppo di associazioni: intendevano portare all’attenzione dell’assise i problema della casa e del lavoro, insieme a servizi sociali e caro parcheggi. Una contestazione ripresa anche dal webcam della sala consigliare. Mezz’ora di muro contro muro destinato a lasciare il segno.
A fare da prologo il sit in davanti al municipio indetto da una schiera di associazioni e partiti: Progetto Sherwood, Coordinamento Asti est, Casa Del Popolo,Federazione della Sinistra, A Sinistra, Forum Sociale Cittadino e Giovani Comunisti.

E mentre in piazza venivano srotolati striscioni, in aula prendevano il via i lavori. Smaltite rapidamente alcune pratiche ha preso la parola l’assessore Maurizio Lattanzio sul tema della partecipazione del Comune a consorzi e società. Pochi minuti ed il suo intervento è interrotto dal vociare del pubblico: in sala cominciano infatti ad affluire i manifestanti. Sono esponenti delle associazioni ma anche sfrattati coinvolti nell’esperienza degli alloggi occupati in via Allende e in via Orfanotrofio. Vogliono anche restituire al sindaco Galvagno l’ordinanza di sgombero dell’exMutua firmata pochigiorni fa. Issano cartelli, qualcuno anche i propri figli. Il presidente del Consiglio Comunale Giovanni Boccia invita «il gentile pubblico a ritirare i cartelli». Poi ammonisce più volte prima di sospendere volta i lavori: «Non siamo nella condizione dilavorare serenamente»dice. A questo punto dal fondo della sala si leva un coro di proteste. «Dimissioni, dimissioni» scandiscono i manifestanti. Si fa anche riferimento alle rivolte in nordafricane: «Come in Egitto e in Tunisia sarà la piazza a mandarvi via». Galvagno, fino a quel momento impassibile, sbotta: «Protesto nei confronti di un gruppo che impedisce al Consiglio di lavorare. E’ un attentato alla democrazia - Non possiamo accettare un atto di prevaricazione e di violenza» gridaal microfono».
Boccia invita ancora alla calma, i consiglieri di minoranza Alberto Pasta (Idv) e Vittorio Voglino (Pd) provano a mediare con alcuni esponenti della maggioranza. Galvagno ribadisce di essere disponibilead incontrarei manifestanti ma nella ex sala consigliare. Chi protesta chiede invece di poter intervenire pubblicamente davanti al Consiglio. «Casa, lavoro e dignità» il coro. Nelle fila della maggioranza il consigliere Gianluigi Sannino è per il pugno duro: «Questa pagliacciata deve finire altrimenti me ne vado - le parole rivolte al sindaco - qua bisogna fare denuncia e costituirsi in giudizio». Boccia chiede ancora di abbassare «toni e cartelli», poi si arrende. «Vista l’impossibilità di continuare i lavori il Consiglio è aggiornato a lunedì». Si leva il coro «buffoni, buffoni». E la promessadi ritornare, nonsolo lunedì.
Contestati e contestatori invocano il rispetto della democrazia. Lo scontrodi giovedìsera in Consiglioè destinatoa scavareancor più il solco di incomprensioni tra la maggioranza e un pezzo di città che agisce fuori dal palazzo. Il sindaco Galvagno dice di non avere dubbi: «E’ stata una provocazione, non si viene in Consiglio ad urlare - sostiene - è una violenza verbale intollerabile, ci deve essere rispetto della democrazia». E prosegue. «Sono strumentalizzazioni con tanto di istigatori: gente che ci marcia e altri che ci rimettono». Il sindaco respinge l’accusa di non voler ascoltare i loro problemi: «Ho sempre ricevuto tutti, ma a grida e insulti dico no. Se la prendano pure con me ma non con le istituzioni». Il presidente del Consiglio comunale Giovanni Boccia difende la sua decisione: «Impossibile proseguire i lavori, troppo rumore e vociare - il commento - il sindaco era disposto ad incontrare i manifestanti nella sala adiacente. Ma vista l’impossibilità di un confronto e nonostantegli appelli ad abbassare i toni, il mio fiuto mi ha consigliato di fermare tutto». Sul fronte della maggioranzail consigliere Franco Ingrasci, della commissione regionale assegnazione alloggi case popolari all'Atc, definisce inaccettabile l’interruzione. «La casa è un diritto ma occupare è un reato nonchéun errore- sostiene- Serve una Commissione comunale di emergenza abitativa». Dai banchi della minoranza Alberto Pasta (Idv) critica la Giunta. «Opporsi al dialogo è allucinante, dimostra la debolezza di una amministrazione che non vuole ascoltare la gente». E cita un esempio: «Lo stesso assessore Palladino durante la Giunta Voglino si presentò in Consiglio a protestare e a consegnare un imbuto». Esempio citato anche da Giovanni Pensabene, all’epoca assessoree giovedì trai contestatori. «I manifestanti di allora non erano né meno rumorosi né più educati di quelli di giovedì - dice - A nessuno fa piacere essere contestato ma chi governa, in un sistema democratico,ha il dovere di ascoltareanche chi lo contesta». Infine Carlo Sottile, altro manifestante: «Qui come altrove chi cerca di dare voce al malessere sociale non trova interlocutori. Opposizione in Consiglio compresa: poteva smarcarsi e non lo ha fatto».

venerdì 18 marzo 2011

CHE SINDACO E' MAI QUESTO ?



Dopo essere saliti sulla torre troiana per richiamare per l'ennesima volta l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni sull'emergenza abitativa in città, ci saremmo aspettati dal sindaco un altro provvedimento, non questo. Ci è arrivata invece una ordinanza di inabitabilità e di sgombero. Il provvedimento, senza il margine di una ulteriore verifica oltre quella fatta dai Vigili del Fuoco su ordine della Procura, annota in modo del tutto pretestuoso rischi di incolumità delle persone e condizioni abitative fuori norma.
Se è un “atto dovuto”, è l'ultimo di una lunga serie. Un modo di annegare la sostanza nella forma. Un modo di rendersi irreperibili alla responsabilità verso le famiglie, quelle che occupano edifici vuoti da anni, quelle che affollano senza speranza le graduatorie atc, quelle che tacciono e disperdono il loro malessere nel mare magnum delle relazioni sociali. 

lunedì 14 marzo 2011

LA PRESA DELLA TORRE


L'azione di ieri, la presa della torre Trojana, ha tolto definitivamente, alla nostra associazione e alle famiglie che la partecipano, la speranza di un negoziato, con la presente giunta e con chi la rappresenta, per trovare soluzioni all'emergenza abitativa.
Fin dal mattino, nella piazza del Municipio, durante uno scambio di battute a cui si è sentito obbligato, per la semplice ragione che passava di lì, il Sindaco ha espresso le sue intenzioni. Le riassumiamo così:
  • interdire da qualsiasi “tavolo di confronto” la nostra associazione e i cittadini che la partecipano. Accreditare invece chiunque sia disposto a riti di conferma, a fare chiacchiere senza costrutto e soprattutto a sottoscrivere qualsiasi provvedimento, purché non tocchi la proprietà, gli interessi della possidenza cittadina, l'idea che il mercato sia l'essenza della democrazia;
  • punire le famiglie che si sono rifiutate di barattare la loro dignità e la loro coesione con l'accettazione di sfratti senza alternativa abitativa, o al più con la separazione in centri di accoglienza dei genitori dai figli in improbabili centri di accoglienza. Premiare invece con una filantropia pelosa, escludente e deresponsabilizzante chi, con la rassegnazione, il silenzio e l'ostilità verso chi sta peggio, conferma lo stato di cose presente e ne assolve i responsabili.

martedì 8 marzo 2011

PRESIDIO


Il bisogno abitativo è un problema sociale gravissimo.
Non si può affrontare solo con l'ordinaria amministrazione.
Servono tutele efficaci e nuovi alloggi popolari.
Le cifre ?
Decine di emergenze abitative e 600 domande di case popolari si confronteranno verso la fine del 2011 e mesi seguenti con 108 alloggi di nuova costruzione.
Intanto in città ci sono decine di contenitori vuoti offerti alla speculazione immobiliare e migliaia di alloggi sfitti con canoni inaccessibili per le famiglie con redditi modesti.
Le famiglie con sfratti esecutivi (alcune con punteggi elevati in graduatoria atc) che affollano il nostro sportello di segretariato sociale non hanno altra via che una terza “occupazione”?
Cosa fanno gli assessorati e le istituzioni ?
Quasi nulla, però le famiglie e le associazioni che hanno deciso di sottrarsi al ricatto dello sfratto hanno già ricevuto 42 notifiche di reato (“invasione di edificio”, “interruzione di pubblico servizio”) e le famiglie che hanno “occupato” un edificio di proprietà pubblica, vuoto e abbandonato all'incuria in via Allende, subiranno un processo a partire dal 23 di marzo.
Hanno solo difeso il loro diritto alla casa e la loro dignità.

venerdì 25 febbraio 2011

VISITE NOTARILI ?


Questa mattina in via Orfanotrofio abbiamo ricevuto una visita inaspettata dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Passati i primi momenti di panico perché nel nostro immaginario c'è la scena del possibile sgombero, abbiamo chiarito il motivo della visita e tutto è filato liscio, tra reciproche cortesie. Prescindendo dall'aspetto notarile della cosa, diciamo che la Procura della Repubblica ha avuto le nostre stesse preoccupazioni riguardo alle condizioni igienico sanitarie di ogni singola unità abitativa.
Così sono state verificate le modalità di installazione delle stufe a legna e dei punti cottura, le aerazioni, insomma il rispetto di tutte le norme del noto DM 05/07/95, quello che guida le verifiche dell'igiene pubblica. Noi ovviamente terremo conto di quanto evidenziato sui verbali e cercheremo di garantire, meglio di quanto abbiamo fatto finora, le migliori condizioni di abitabilità. L'ingegnere dei vigili non pareva del tutto insoddisfatto considerndo le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare in una situazione di provvisorietà come quella. Nelle nostre previsioni, subito dopo l'”occupazione”, c'era ovviamente anche l'allacciamento di tutte le utenze, quella del gas compresa, per poter accendere il bruciatore dell'impianto di riscaldamento. Anzi, nella lettera inviata al Direttore Sanitario ne abbiamo fatto esplicita richiesta.

LA CONSULTA DEL SOVRANO


L'assessore ai Servizi Sociali ha riunito “a palazzo” (il 22 febbraio) alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione, i sindacati degli inquilini, il direttore dell'atc, le associazioni della piccola proprietà immobiliare, il viceprefetto e il direttore dall'igiene pubblica. Chi si aspettava dall'assessore parole o annunci all'altezza della gravità dei problemi è stato deluso. Il più seccato di tutti doveva essere il viceprefetto. Si è adoperato per mesi nel tentativo di promuovere un progetto partecipato di tutela del diritto all'abitare, in cui l'emergenza fosse temperata da una maggiore disponibilità di risorse e dalla responsabilizzazione diretta di enti e associazioni, soggetti pubblici e privati.

domenica 20 febbraio 2011

"Siamo i comunisti del terzo millennio"


Occupato la casa al numero 34 di Fitzory square, la piazza dove hanno abitato Virginia Woolf e George Bernard Shaw. "Siamo i comunisti del terzo millennio".
Con il viso inespressivo ma con tutti i ricettori in funzione la ragazza apre con diffidenza la porta appena dipinta di blu al numero 34 di Fitzroy Square, un edificio bianco con raffinati bassorilievi raccolti in rosoni secolari che Guy Ritchie, regista di Sherlock Holmes ed ex marito di Madonna, ha comprato otto mesi fa per sette milioni di sterline. L’idea era quella di andare a vivere lì - di fronte al parco, di fianco agli esclusivi palazzi abitati da Virginia Woolf, George Bernard Shaw e dal marchese di Salisbury - con la nuova fidanzata, la spettacolare modella dell’Essex Jacqui Ainsley. «Vedrai, sarà un paradiso». Gli squatter lo hanno anticipato prima che finisse i lavori di ristrutturazione. «Il mondo è di tutti, noi occupiamo».

venerdì 18 febbraio 2011

PRESIDIO IN PIAZZA SAN SECONDO





e così una ventina di famiglie, il cui diritto all'abitare era stato negato, hanno trovato un tetto e altre decine, sottraendosi alla tentazione di prendersela con chi sta peggio di loro, coltivano la speranza di poter risolvere il loro problema arricchendo la loro esperienza con legami di cooperazione e solidarietà.
Ora veniamo a sapere, per vie traverse, che l'assessore Verrua, di cui abbiamo chiesto le dimissioni per provata incapacità e xenofobia, ha convocato per oggi un consulto sulla “emergenza abitativa”, rompendo così un lungo silenzio su questo gravissimo problema sociale, peraltro scandito dagli annunci di tagli ai Servizi Sociali e dagli improperi alla nostra Associazione (violenti, clientelari, ecc).

lunedì 14 febbraio 2011

Marius Seck

sabato 19 febbraio ore 21e30 presso la ex-mutua occupata in via orfanatrofio concerto di Marius Seck e la sua  band a seguire un po' di musica perchè no, da ballare vicini permettendo!!

Ormai dall'occupazione sono passati 2 mesi, 8 famiglie abitano in pianta stabile e presto altre 3 arriveranno, tante le settimane spese a trasformare dei vecchi uffici e ambulatori in case accoglienti, con tante difficoltà, sicuramente l'acqua calda non è abbondante e anche il freddo un nemico contro il quale bisogna ancora combattere. La solidarietà ricevuta è stata tanta e sicuramente altrettante sono state le difficoltà di convivenza tra le  famiglie che si sono dovute per forza di cose confrontare e mettersi in gioco dandosi anche delle regole.
Un percorso sicuramente anomalo per una società ormai spinta ad un individualismo estremo e dei suoi lati negativi ne raccogliamo le conseguenze proprio in questo momento di crisi ..
dopo tutto questo lavorare è anche bello fare un po' di festa !!!!
sabato con Marius si farà questo!

TAVOLO CERCASI


Abbiamo partecipato alla riunione (24 novembre 2010) convocata dal Prefetto perché l'avevamo sollecitata ma non ci aspettavamo rose e fiori. Infatti si è conclusa in modo interlocutorio, sottolineando l'assenza del Comune, confermando le linee d'azione che alcune associazioni si sono date da tempo (Caritas, Coordinamento Asti-Est, Effatà), lasciando assolutamente aperto il progetto presentato, peraltro appena abbozzato sia nelle finalità, sia nella titolarità, sia nei principali presupposti (la collaborazione della fondazione CRA, dei consorzi dei servizi CISA e COGESA, le dimensioni del fondo). Ciononostante e a dispetto dei limiti che abbiamo creduto di dover segnalare, saremo presenti anche alle prossime riunionI.

domenica 30 gennaio 2011

L'analisi della emergenza abitativa in città.


Nel corso dei due ultimi anni circa il diritto all'abitare, pur proclamato in carte e statuti, è stato sistematicamente violato. Si è mutato nel suo contrario il paradigma socio/politico in cui questo ed altri diritti erano iscritti. 
Tutta la relativa materia legislativa, pur registrando in modo disordinato la ruvida materialità dei “nuovi” rapporti sociali, ha mutato orientamento. Il compito di enti e istituzioni è ormai solo quello di temperare gli effetti più regressivi di un mercato delle locazioni diventato escludente, perché speculativo, per tutta la fascia di popolazione con redditi modesti o precari. Negli assessorati preposti, con risorse residuali, viene gestita una emergenza abitativa che si è ormai trasformata in “normalità”.

giovedì 27 gennaio 2011

CHI TURBA L'ORDINE PUBBLICO


O forse turba i fautori di un ordine sociale iniquo, in cui tutto è fatto merce e precarietà a vantaggio di una minoranza ? Sedici famiglie senza alternativa abitativa, insieme ai volontari del Coordinamento Asti-est e di altre associazioni cittadine, hanno occupato” l'edificio di proprietà dell'asl in via Orfanotrofio e l'edificio di proprietà del demanio di via Allende. Entrambi gli edifici erano abbandonati da anni all'incuria, in attesa di valorizzazione mercantile. Le sedici famiglie, uomini donne e bambini colpite da sfratti esecutivi per morosità incolpevole, rischiavano di finire sulla strada o disperse nelle assai approssimate reti di solidarietà di questa città. Sono anni che non si costruiscono alloggi popolari e i 108 che arriveranno a partire dagli ultimi mesi del 2011 si confronteranno con una richiesta di 600 aspiranti assegnatari in graduatoria atc e con una emergenza abitativa ormai cronica.

domenica 23 gennaio 2011

CENA DI AUTOFINANZIAMENTO


La solidarietà, insieme alla partecipazione, sono i comportamenti sollecitati e caratterizzanti di queste azioni di “occupazione”. Nessuna concessione alla spontaneità che non sia quella che necessariamente segue queste azioni, le porta a compimento. Prima c'è la riflessione, l'analisi, il senso che va esplicitato, in stretta relazione con il bisogno sociale che vuole essere soddisfatto.
Quando si dice buona azione civica oppure scelta di cittadinanza attiva, si vuole sottolineare la presa di coscienza e l'assunzione di responsabilità individuale verso il contesto, verso il noi come collettivo di libere persone singole, verso la società come insieme contraddittorio di relazioni.

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...