L'azione di ieri, la presa della torre Trojana, ha tolto definitivamente, alla nostra associazione e alle famiglie che la partecipano, la speranza di un negoziato, con la presente giunta e con chi la rappresenta, per trovare soluzioni all'emergenza abitativa.
Fin dal mattino, nella piazza del Municipio, durante uno scambio di battute a cui si è sentito obbligato, per la semplice ragione che passava di lì, il Sindaco ha espresso le sue intenzioni. Le riassumiamo così:
- interdire da qualsiasi “tavolo di confronto” la nostra associazione e i cittadini che la partecipano. Accreditare invece chiunque sia disposto a riti di conferma, a fare chiacchiere senza costrutto e soprattutto a sottoscrivere qualsiasi provvedimento, purché non tocchi la proprietà, gli interessi della possidenza cittadina, l'idea che il mercato sia l'essenza della democrazia;
- punire le famiglie che si sono rifiutate di barattare la loro dignità e la loro coesione con l'accettazione di sfratti senza alternativa abitativa, o al più con la separazione in centri di accoglienza dei genitori dai figli in improbabili centri di accoglienza. Premiare invece con una filantropia pelosa, escludente e deresponsabilizzante chi, con la rassegnazione, il silenzio e l'ostilità verso chi sta peggio, conferma lo stato di cose presente e ne assolve i responsabili.
La delega alla polizia e ai carabinieri di negoziare, pena lo sgombero violento, il rilascio della torre e l'annuncio che contro le famiglie di via Orfanotrofio sarà agita una ordinanza di inabitabilità dell'edificio, sono state le uniche scelte fatte dal Sindaco a conclusione della giornata e a conferma delle sue intenzioni.
Stando così le cose, l'appello ad alzare la testa, simbolicamente rappresentato sulla torre, è rivolto a tutti quelli che in questo momento subiscono la negazione di un diritto e di insopprimibili bisogni di vita. C'è dunque la necessità di coordinare, in un unico movimento, tutte le azioni di cittadinanza attiva, di critica pratica dei comportamenti dominanti, di tutela dei diritti costituzionali, che animano la società civile cittadina. Lo sciopero generale del 5 maggio è l'occasione giusta, è l'appuntamento che può essere preparato per dare più slancio ed efficacia a quelle azioni.
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