lunedì 28 marzo 2011

Il tam-tam degli sfrattati “Stasera tutti in municipio”


Riconvocato il Consiglio comunale sospeso dopo il presidio dei gruppi

ROBERTO GONELLA ASTI
Un momento della protesta delle associazioni degli sfrattati in piazza San Secondo davanti al municipio

La seduta si annuncia «calda». Interrotto la scorsa settimana per la protesta in sala di associazioni e sfrattati, stasera è nuovamente convocato il Consiglio comunale. E i manifestanti si ripresenteranno. Il tam tam in queste ore corre sul web e via sms con decine di adesioni con dure accuse alla giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giorgio Galvagno. «Il problema casa e il caro parcheggi - scrivono le associazioni - sono due simboli del disinteresse dell'amministrazione per i problemi dei cittadini. Chiediamo a tutte le realtà sociali e ambientaliste di partecipare portando le loro questioni in piazza». Ma in un’intervista a «La Stampa», il vice sindaco Sergio Ebarnabo rispedisce le accuse al mittente. «Il Comune mette a disposizione strumenti per chi è in difficoltà - il pensiero dell’amministratore nel Pdl con provenienza An - ma prima di tutto vengono i nostri pensionati, chi è nato e ha lavorato qui e non chiede le cose con prepotenza lasciandosi anche strumentalizzare».



Il riferimento è alle occupazioni di immobili pubblici attualmente dismessi occupati da tempo da famiglie di migranti sotto sfratto con il sostegno di un cartello di associazioni legate alla Sinistra: sei nuclei vivono in una palazzina del Demanio di via Allende (è in corso un processo) vuota da qualche anno e altre 11 in via Orfanotrofio, in pieno centro, nei locali lasciati dall’Asl circa cinque anni fa al momento di trasferirsi nel nuovo ospedale. Per quest’ultima occupazione nei giorni scorsi il sindaco ha firmato un’ordinanza di sgombero: in questi mesi hanno lavorato nell’edificio apportando modifiche e ricavandone alloggi. Il riscaldamento funziona con stufe a legna, acqua ricavata dal circuito antincendio ed allacciamento ad un contatore Enel (con regolare contratto pare). Situazione che il Comune ritiene pericolosa per l’incolumità di chi vi abita. E anche per restituire il provvedimento al primo cittadino, giovedì scorso sfrattati e associazioni si sono presentati in sala pochi minuti dopo l’avvio del Consiglio issando cartelli di protesta. Disponibile ad un incontro in sede separata il sindaco, i manifestanti hanno lasciato intendere di voler esprimere in Consiglio le proprie posizioni. Dopo una ventina di minuti il presidente del Consiglio comunale Giovanni Boccia ha aggiornato la seduta a stasera. «Torneremo ogni volta» hanno promesso i contestatori. «Andremo avanti a porte chiuse se sarà necessario. Non ci facciamo puntare il coltello alla gola da nessuno» la replica del vice sindaco.
La maggioranza parla di strumentalizzazioni «Andremo avanti anche a porte chiuse»

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