domenica 5 marzo 2017

LA CITTÀ È DI CHI L’ABITA. CASA, REDDITO, DIGNITÀ.


L'idea di resuscitare il centrosinistra cittadino, per esorcizzare i fantasmi di una vittoria elettorale dei 5 stelle e della destra, mettendo insieme un ceto politico che va dagli agenti dei poteri forti, ai cascami del social/forum, passando per i se/dicenti comunisti e riformisti, è quanto di più contraddittorio e inverosimile si possa immaginare. Ciononostante i tentativi, qui come altrove, si sprecano, accompagnati da una sconfortante, per non dire inevitabile, sterilità di risultati. Tre o quattro leader che competono tra loro, chi agitando una sorta di galateo del buon politico, chi brandendo la propria personalità come una mazza, senza fornire agli elettori una qualsiasi proposta di governo, uno straccio di analisi, una agenda dei problemi da affrontare. D’altra parte, come potrebbero, continuando ad occultare i caratteri, e sopratutto i registi, di una crisi che non accenna a finire e di cui è vittima ormai una larga parte della popolazione ? Viene in mente la commedia di Fo e Rame “Tutti uniti ! Tutti insieme ! Ma scusa, quello non è il padrone ?”
Purtroppo non si tratta solo del profilo d’antan di questo o di quel leader, sul quale adesso gli interessati, operano gli opportuni ritocchi, con lo stesso disinvolto trasformismo dei loro referenti nazionali. Sono le politiche neo-liberiste e dell'austerità, che vanno rovesciate o almeno contrastate. E a ciò non servono mutamenti di scena tutti al presente e un agire che ignora la forza costituente di tali politiche. Il fatto da rimuovere, e con esso il ceto politico che ne è stato il protagonista, è che, nell’ultimo decennio, nei parlamenti nazionali e locali, le politiche neo-liberiste si sono fatte legislazione, vincolo, costume, dispositivo di assoggettamento. Cosicché oggi il mercato domina su ogni altra relazione sociale, la disuguaglianza mina qualsiasi sviluppo, la democrazia si è corrotta.

POLITICHE URBANISTICHE


Ho appena finito di leggere la lettera che Paolo Berdini ha inviato al “Fatto” (integralmente sul sito del Coordinamento Asi-Est: http://coordinamentoasti-est.blogspot.it/). L’assessore all’Urbanistica argomenta i provvedimenti presi, a sua firma, dalla giunta comunale di Roma. Alcuni si giustificano da sé, come la costruzione di 3000 alloggi popolari (la sottolineatura è mia), il ripristino delle regole per l’affidamento degli appalti pubblici, il finanziamento di piani di riqualificazione urbana di due periferie. Gli altri, i più discussi, sono provvedimenti oppositivi di progetti di trasformazione del territorio urbano, già certificati dalle giunte precedenti o semplicemente annunciati, ma non ancora arrivati alla fase esecutiva.
Un esame, sia pure sommario, di tali progetti è sufficiente per avere in totale trasparenza, sia il profilo dei committenti, sia le finalità perseguite. Si tratta, dalla parte dei committenti, del partito del mattone tra i più potenti del Paese. Una consorteria di costruttori, finanzieri, proprietari fondiari, politici e giornalisti di primo piano che, pur trovando nel corso dei decenni dei fieri antagonisti, i sindaci Petroselli e Argan per esempio, tiene tutt’ora in mano il diritto ad edificare la città. Si tratta, dalla parte delle finalità, di un agire predatorio, che non risparmia beni comuni e interessi pubblici.

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...