domenica 26 giugno 2011

APPUNTI PER LA RIUNIONE DEL 28


Premessa
Abbiamo deciso di precisare il nostro punto di vista su alcune questioni già discusse o che si discuteranno il 28 e oltre, pensando di fare cosa gradita ai nostri interlocutori, che sappiamo interessati ad un serio confronto.

Il carattere sociale dell'emergenza abitativa.

Se non si coglie questo carattere, come purtroppo accade spesso nel corso di questa discussione, si cade fatalmente in misure che forse riducono provvisoriamente il danno ma allontanano la soluzione del problema e contribuiscono a scaricare sulle vittime la responsabilità e i costi della presente crisi.
L'emergenza c'è perché a suo tempo qualcuno ha pensato di affidare al mercato la tutela del diritto all'abitare. A distanza di un po' di anni il risultato è sotto i nostri occhi: non ci sono case popolari, o se ci sono lo sono in misura residuale, gli alloggi a canone calmierato sono offerti ad una fascia di bisogno abitativo che non si sovrappone a quella censita agli sportelli dell'assessorato e delle associazioni, le locazioni sul libero mercato sono inaccessibili per persone famiglie con redditi modesti o intermittenti. 

sabato 11 giugno 2011

Passi avanti o tattica opportunistica ?


Da questo momento al 14 giugno data del processo e nei giorni seguenti misuriamo l'efficacia e i limiti della nostra azione; semplificando, ci giochiamo quasi tutto. I fatti nuovi ci sono: la convocazione della riunione del 14 in Comune a cui siamo stati formalmente chiamati, con all'ordine del giorno la ricomposizione del “tavolo delle emergenze abitative”; le riunioni in Prefettura dove l'intenzione di chi le promuove è di rimetter mano ai progetti su Ferrotel, edifici asl ed eventuali altri edifici pubblici; il coinvolgimento degli enti della provincia nella ricerca di alloggi a canone sociale; la decisione dell'assessore di rivedere i requisiti di accesso all'agenzia casa del comune per renderli meno selettivi. 

venerdì 10 giugno 2011

21 giugno: processo al diritto di abitare


Il 21 giugno processano il diritto all'abitare delle sei famiglie che “occupano” da più di un anno l'edificio di proprietà del Ministero della Difesa di via Allende. 
La loro colpa ? Aver difeso la loro dignità sottraendo all'incuria e al vandalismo un edificio di proprietà pubblica vuoto da 7 anni; aver sottratto alla speculazione immobiliare un bene di tutti ed avervi ricostruito la loro residenzialità. Aver affermato dei valori sociali che dovrebbero essere apprezzati non puniti, e che stanno al cuore di tutti i cittadini che vogliono una città solidale e inclusiva.
Chiediamo solidarietà e partecipazione, perché non si consumi l'ennesima ingiustizia a danno di famiglie a cui è stato imposto un lavoro senza diritti e un salario troppo modesto e intermittente e a causa di ciò hanno subito uno sfratto; famiglie che non hanno alcuna responsabilità della crisi sociale in corso. 

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...