Il
21 giugno processano il diritto all'abitare delle sei famiglie che
“occupano” da più di un anno l'edificio di proprietà del
Ministero della Difesa di via Allende.
La
loro colpa ? Aver difeso la loro dignità sottraendo all'incuria e al
vandalismo un edificio di proprietà pubblica vuoto da 7 anni; aver
sottratto alla speculazione immobiliare un bene di tutti ed avervi
ricostruito la loro residenzialità. Aver affermato dei valori
sociali che dovrebbero essere apprezzati non puniti, e che stanno al
cuore di tutti i cittadini che vogliono una città solidale e
inclusiva.
Chiediamo
solidarietà e partecipazione, perché non si consumi l'ennesima
ingiustizia a danno di famiglie a cui è stato imposto un lavoro
senza diritti e un salario troppo modesto e intermittente e a causa
di ciò hanno subito uno sfratto; famiglie che non hanno alcuna
responsabilità della crisi sociale in corso.
Tutto
questo può andare perduto con un esito negativo del processo. Tutto
questo può essere confermato se le associazioni, i sindacati, i
cittadini fanno sentire la loro voce. Si tratta di fare una proposta
al Ministero della Difesa, proprietario dello stabile, che induca lo
stesso Ministero a cedere al Comune o all'Atc l'uso dello stabile.
La
proposta è già inserita dagli avvocati delle famiglie nella linea
di difesa giudiziaria e il suo valore sarebbe di molto accresciuto se
fosse condivisa da associazioni, sindacati e cittadini.
La
proposta è un comodato d'uso,
di due o tre anni, con un
risarcimento pari ad un canone di locazione calcolato nella misura
del 10 % del reddito, e non inferiore ad un minimo. Il comodato
comprenderebbe la verifica dei requisiti d'accesso
delle famiglie (quelli della erp, per esempio), ovviamente la cura
dello stabile e delle pertinenze
secondo un regolamento da stabilirsi (quello già in atto, per
esempio), nonché una assunzione di responsabilità da parte di una o
più associazioni.
Fuori
dal comodato, e per governarne la transizione, le associazioni
e il sindacato d'intesa con il Comune e l'atc si impegnerebbero: al
passaggio delle famiglie da “casa a casa”, secondo l'ordine della
graduatoria atc o le possibilità di accesso all'agenzia Casa,
all'uso sociale degli alloggi che eventualmente si liberassero, a
confermare l'indisponibilità del bene pubblico e a realizzare il
passaggio di proprietà dal Ministero al Comune o all'ATC.
Nessun commento:
Posta un commento