mercoledì 18 novembre 2020

LA SOCIETÀ DELLA CURA

 

L’epidemia da Covid 19 ha messo drammaticamente in luce il carattere predatorio, di natura e umanità, del presente sistema neo-liberale. La gran parte della cittadinanza attiva della città ha mostrato di averne consapevolezza organizzando, nel corso dei mesi da marzo ad oggi, iniziative di difesa dei valori civici e dei diritti costituzionali e confermando il carattere fondativo di tutte le pratiche sociali a quelli conformi. Con le stesse sensibilità e gli stessi orientamenti, più recentemente, oltre 220 realtà associative e di movimento e oltre 800 persone attive individualmente, hanno dato avvio ad un percorso di convergenza, dichiarando l’insostenibilità di una società basata sull’economia del profitto e proponendo l’orizzonte alternativo di una società della cura. In un appello diffuso il 7 novembre, (Mobilitiamoci, nessuno deve essere lasciato indietro: https://societadellacura.blogspot.com/), rilanciando i contenuti del loro dibattito e della loro piattaforma, propongono un momento nazionale di approfondimento e di mobilitazione, in piazze reali o virtuali, per il 21 di novembre.

venerdì 9 ottobre 2020

PALAZZINA DI VIA ALLENDE. UNA ESPERIENZA PARTECIPATIVA CHE SI RIPROPONE IN TUTTO IL SUO VALORE

La richiesta di un uso sociale della palazzina di via Allende, opposta a scelte di abbandono e propositi di vendita, è stata pubblicamente argomentata, da parte della nostra Associazione, in più occasioni. Il fatto di appartenere al demanio, dunque alla categoria dei beni pubblici, dovrebbe rafforzare ancora oggi questa richiesta. Ora, apprendiamo che il governo cittadino ha intenzione di disporne per contrastare l’emergenza abitativa. Bene, l’ipotesi peggiore, circolata in questi giorni, cioè la vendita, sembra essere scongiurata.

Ma sarà proprio così ? Nel corso degli ultimi dieci anni, non c’è stato governo cittadino che non abbia manifestato la stessa intenzione. Eppure la palazzina è ancora lì, con gli ingressi sigillati per la ennesima volta: nell’ottobre del 2019, quando l’ultima famiglia degli occupanti aveva trovato domicilio altrove; in seguito, quando uno o più ignoti senza tetto, violando i primi sigilli, ne avevano fatto il loro domicilio di fortuna.

Guai ai poveri, vien da dire. Infatti, a ben vedere, anche nella ipotesi migliore, quella appena formulata dal governo cittadino, l’insieme dei problemi sociali che hanno fatto da contesto alla occupazione di quella palazzina, si riproporrebbe, assai più impegnativo di prima, per ammissione degli stessi assessori competenti. Vediamo dunque con chiarezza, ripercorrendo, per sommi capi, la vicenda decennale che ha preso corpo (e anima), nella palazzina e dintorni. 

venerdì 11 settembre 2020

ACQUISIRE PER USO SOCIALE IMMOBILE DI PROPRIETÀ DEL DEMANIO MILITARE


Noi cittadini/e e associazioni, attivi/e nella città di Asti, richiediamo che l'Amministrazione Comunale ponga in essere sollecitamente le necessarie procedure per acquisire l'immobile sito in Asti, Via Allende n. 13.

Il suddetto immobile, di proprietà del Demanio Militare e da tale struttura non più utilizzato, per alcuni anni è stato abitato da 6 nuclei familiari, con minori, sfrattati e senza possibilità di reperire sul mercato idonea abitazione, causa assenza reddito o reddito bassissimo.

Si è trattato senza dubbio di occupazione senza titolo. Al di là di quello che ognuno/a ne possa pensare, è un fatto che nella nostra città esista un drammatico bisogno abitativo non soddisfatto. Per singoli/e e nuclei familiari a basso - o zero - reddito, il libero e costoso mercato immobiliare non è una soluzione praticabile, e l'edilizia residenziale pubblica è stata progressivamente abbandonata ad una residualità evidente, con liste d'attesa lunghissime e, di fatto, assolutamente inefficaci a dare le risposte che servirebbero. 

venerdì 29 maggio 2020

Casa del Popolo “Bene Comune”. Ricontrattare il mutuo.

Molte esperienze aggregative, ispirate ai valori e alle promesse della Costituzione del 48, hanno attraversato questi spazi, talora domiciliandovi. Non a caso. Qui si respira una storia di famiglia, di quelle che legano sentimentalmente le generazioni. Il nome ben in vista sotto l’arcata di ingresso “Santa Libera”, rimanda ad una vicenda di dissidenza comunista del 900, quando la dissidenza non era mai l’impennata di qualche singolo, ma l’accreditarsi consapevole di una comunità di “liberi ed eguali”, vale a dire l’accesso alla Politica, quella della sovranità popolare. In quel caso, l’episodio ha arricchito, con altri, un confronto politico sottotraccia, che è giunto fino a noi ed ha alimentato la letteratura accademica e militante che va sotto il titolo, la “Resistenza tradita”.

Una storia che è finita, diciamocelo. Come la grande storia del “secolo breve”, in cui è inclusa. Ma quella del secolo non è finitaa tavolino”, nel corso di un confronto più o meno aspro nei toni, bensì in un processo politico e sociale, aspro di conflitti, meno aspro nei compromessi e infine concluso con la vittoria, senza fare prigionieri, di chi ha sempre sostenuto le “ragioni” del capitale, che è quel particolare rapporto sociale, e storico, in cui vengono messi “a valore” il lavoro e adesso, se possibile, la vita biologica stessa.

Quella storia del secolo, nel 2006, anno di apertura della Casa del Popolo, era già agonizzante. Però, come tutte le storie vere, ha lasciato memoria di sé, rimpianti, ferite, conti aperti. Ha lasciato delle tracce e da quelle, nel ribollire dell’immanenza e delle infinite possibilità del reale, come direbbe Filippo, filosofo errante della Casa, ha ripreso un nuovo corso. 

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...