ROBERTO GONELLA ASTI
Intervista
Schiere di cassintegrati e disoccupati non hanno soldi per l’affitto. Gli sfratti aumentano, il bisogno abitativo cresce. E gli alloggi popolari che saranno costruiti sono una goccia nell’oceano di necessità. Ne servirebbero almeno 600 per soddisfare la richiesta di chi è in lista ma, almeno da spendere in questa direzione, di soldi non ce ne sono. La casa è di chi l’abita, la strofa di un canto di protesta che da mesi è colonna sonora nella vita di famiglie di migranti: hanno occupato immobili pubblici (vuoti) lasciati andare alla deriva. Comunque la si pensi, le occupazioni di via Allende e dell’ex Mutua sono la punta dell’iceberg di un malessere sociale che si gonfia, un ascesso sul punto di esplodere.
Ma sono anche terreno di scontro politico con visioni lontane anni luce che per mezzora giovedì sera si sono fronteggiate in Comune con la clamorosa protesta di associazioni e partiti della sinistra che ha portato alla sospensione del Consiglio. E in attesa dell’annunciatobis di domanisera con la nuova seduta, dove in un mare così burrascoso punti la bussola della maggioranza di centrodestra lo indica il vice sindaco Sergio Ebarnabo, anche assessore alla Sicurezza. «La mia è una precisapresa di posizionepolitica»dice. Destinataa far discutere.
Schiere di cassintegrati e disoccupati non hanno soldi per l’affitto. Gli sfratti aumentano, il bisogno abitativo cresce. E gli alloggi popolari che saranno costruiti sono una goccia nell’oceano di necessità. Ne servirebbero almeno 600 per soddisfare la richiesta di chi è in lista ma, almeno da spendere in questa direzione, di soldi non ce ne sono. La casa è di chi l’abita, la strofa di un canto di protesta che da mesi è colonna sonora nella vita di famiglie di migranti: hanno occupato immobili pubblici (vuoti) lasciati andare alla deriva. Comunque la si pensi, le occupazioni di via Allende e dell’ex Mutua sono la punta dell’iceberg di un malessere sociale che si gonfia, un ascesso sul punto di esplodere.
Ma sono anche terreno di scontro politico con visioni lontane anni luce che per mezzora giovedì sera si sono fronteggiate in Comune con la clamorosa protesta di associazioni e partiti della sinistra che ha portato alla sospensione del Consiglio. E in attesa dell’annunciatobis di domanisera con la nuova seduta, dove in un mare così burrascoso punti la bussola della maggioranza di centrodestra lo indica il vice sindaco Sergio Ebarnabo, anche assessore alla Sicurezza. «La mia è una precisapresa di posizionepolitica»dice. Destinataa far discutere.
Vice sindaco, era necessario sospendere il Consiglio?
«Certo. Il sindaco era disponibile ad incontrare i manifestanti ma nell’ex sala consigliare. Come ha fatto sempre con tutti, a partire dai lavoratori di Gaia e Way Assauto»
Gli sfrattati volevano restituirvi l’ordinanza di sgombero dell’ex Mutua...
«La nostra ordinanza è un segnale per evitare l'anarchia. Ora chi di dovere provveda allo sgombero. E si verifichi se chi occupa è in regola con le norme sul soggiorno»
In giro c’è malessere, al di là delle nazionalità.
«Le occupazioni, la protesta sulla Torre Troyana, l’interruzione del Consiglio: quel che la gente vede non sono altro che strumentalizzazioni»
Da parte di chi?
«Della Sinistra, così malmessa da non essere riuscita a presentarsi alle elezioni. Poi qualcuno si è rimboccato le maniche e attraverso le legioni straniere cerca di riorganizzare un piccolo esercito politico».
Resta il problema casa. Chi protesta non ha qualche ragione?
«Chi occupa non creda di avere corsie preferenziali. Esiste una lista immensa di persone che non usano la prepotenza »
Propongono anche di requisire alloggi e immobili lasciati vuoti dalla grande proprietà. «Demagogia, populismo. Comunque sia, qualsiasi risorsa prima gli italiani».
Quel che dice farà discutere.
«Non è mancanza di sensibilità ma far osservare il diritto per chi non si fa strumentalizzare. Abbiamo doveri verso i nostri pensionati che non ce la fanno a tirare avanti. Persone nate qui, che hanno lavorato qui e che, in difficoltà, se chiedono lo fanno in punta di piedi».
Gli sfrattati dicono che verranno ancora in Consiglio.
«Vorrà dire che lo faremo a porte chiuse. Abbiamo pratiche da votare, andare avanti. Non ci facciamo puntare il coltello alla gola da nessuno».
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