venerdì 4 novembre 2011
COMUNICATO STAMPA
Venerdì
28 ottobre il “tavolo” convocato dall'assessore in Comune si è
concluso con un nulla di fatto e senza l'annuncio di una
riconvocazione. Esperienza finita, ennesimo tentativo di dialogo
frustrato dalla inamovibilità degli orientamenti del titolare
dell'assessorato ai Servizi Sociali.
Il
tentativo era iniziato contemporaneamente alle prime azioni
dell'associazione, almeno due anni e mezzo fa, ed era stato via via
sostenuto da altri soggetti sociali, sindacati confederali compresi.
Anche la Prefettura aveva caldeggiato, e a tratti accompagnato,
questo tentativo di dialogo, avanzando proposte e orientamenti e
favorendo la partecipazione responsabile di tutti gli interlocutori.
Persino i giudici avevano colto i nessi sociali, e le possibili
implicazioni in diritto, delle azioni (contrasti degli sfratti e
“occupazioni”) agite da volontari e famiglie in difesa del
diritto all'abitare .
Nonostante
tutto ciò, su tutti gli aspetti, strutturali e dell'emergenza, del
problema abitativo (disponibilità residuale di alloggi popolari,
decine di emergenze), non si è fatto un solo passo in avanti. Non si
è valorizzato nulla dell'impegno profuso dall'associazione in un
lasso così lungo di tempo; non sono servite a nulla l'attenzione, la
sensibilità e le proposte messe sul “tavolo” dagli altri
interlocutori.
Il
carattere straordinario della situazione e la modestia delle risorse
dell'ente pubblico, circostanze inoppugnabili, sono state usate
dall'assessore per delegittimare la nostra associazione e le sue
proposte; per ridurre il problema sociale a problema di ordine
pubblico; per favorire pratiche clientelari e xenofobe. La
“foresteria” attrezzata al Maina, con funzione di parcheggio per
poche famiglie, è la conferma di questo orientamento. Analogamente
la formalizzazione di un “elenco” delle emergenze è stata appesa
al bordo del nulla o della reiterata affermazione “gli stranieri
senza lavoro e senza casa se ne devono tornare al loro paese”.
Per
il resto, la Giunta ha confermato ogni volta le scelte dell'assessore
e la larghissima parte del ceto politico che si riunisce
periodicamente nel palazzo del Comune ha mostrato una totale
indifferenza verso il problema e verso le famiglie a cui viene negato
un diritto fondamentale.
Adesso
la situazione richiama altre responsabilità oltre le nostre, apre ad
altri scenari oltre quelli che hanno accompagnato fino a questo
momento le nostre azioni. Caduta ogni ipotesi di dialogo, non ci
resta che agire con tranquilla coscienza gli atti di disobbedienza
civile che giudichiamo necessari per difendere il diritto delle
persone e delle famiglie ad avere una abitazione. Questi atti li
abbiamo già condivisi con altre associazioni e con molti cittadini
che non hanno esitato a sostenerci con una tangibile solidarietà. E'
con loro che ci preme mantenere le relazioni e l'impegno ad un mutuo
soccorso in cui finalmente la politica ritorni ad essere democrazia
partecipata e potere di decidere nell'interesse delle persone e della
comunità cittadina.
Asti
04/11/11
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