giovedì 3 novembre 2011

COMUNICATO STAMPA CGIL-CISL-UIL ASTI


In data 28 ottobre 2011, al suo terzo incontro, si è definitivamente chiuso il Tavolo delle Emergenze Abitative presso il Comune di Asti.
La riapertura di questo organismo, dopo anni di sospensione, era stata perseguita con tenacia da una pluralità di attori, con un decisivo contributo delle scriventi Organizzazioni Sindacali, a fronte dellacutizzarsi della crisi economica. Con la perdita del lavoro e la sua sempre maggior precarietà, molti lavoratori e cittadini non riescono più a sostenere un affitto a prezzi di mercato. Noi chiedevamo allEnte Locale di cercare risposte, tutti insieme, a questa sempre più diffusa sofferenza sociale. Ci eravamo messi a disposizione con pazienza e buona volontà, anche svolgendo un ruolo moderatore rispetto a tensioni molto forti esistenti a quel Tavolo.

Con amarezza, nellincontro del 28 ottobre abbiamo dovuto prendere atto dellinutilità della prosecuzione dei lavori. Lunico risultato ottenuto, dopo tre sessioni e un gran numero di incontri preparatori , è stato quello di un censimento dei nuclei familiari in emergenza abitativa. Persino questo minimale pre-requisito, indispensabile per programmare qualsiasi azione, è stato conquistato a prezzo di un duro lavoro, in quanto ormai da anni lAssessorato preposto non riceveva più le domande, asserendo di non poter in alcun modo rispondere alle necessità che Gli venivano manifestate. Quindi lAssessorato poteva affermare di non avere emergenze in quanto non le censiva, indirettamente delegando il problema alle associazioni di volontariato, quali il Coordinamento Asti Est e la Caritas.
Adesso che le emergenze, così definite in base a precisi criteri di legge, sono state inserite in una lista, peraltro assai confusa e incompleta, il Comune ha tuttavia dichiarato esplicitamente di non avere nessuna ipotesi di soluzione al riguardo: non intende avvalersi della facoltà, pur prevista dalle leggi vigenti, di destinare una quota determinata degli alloggi Atc; non intende adoperarsi per reperire immobili pubblici non utilizzati; non ha fondi da destinare.
Il Comune, nella persona dell’Assessore Verrua, ha altresì dichiarato di adottare una interpretazione del concetto di emergenza più restrittiva di quella prevista dalla legge, limitandola a persone con gravissimi problemi di salute.
A questo punto, le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto di chiudere definitivamente il Tavolo, almeno per quanto le riguardava.
Pur comprendendo le difficoltà economiche dellEnte Locale in seguito ai tagli decisi a livello nazionale, non si può che giudicare severamente questa incapacità e non volontà di risolvere il problema. In base al censimento effettuato, le famiglie con urgenti problemi abitativi sono più o meno una cinquantina, un numero non impressionante per una città di 75.000 abitanti. Esisterà senza dubbio una sofferenza nascosta e prossima a manifestarsi, ma per ora questa è la dimensione del problema. Non volerlo affrontare è grave e miope, non potrà che incancrenire la situazione e fomentare tensioni.
Chiediamo al Comune, ai Suoi massimi livelli, di ripensare alle Sue priorità di bilancio. Forse non tutte le spese sostenute sono così indispensabili, forse qualche porfido in meno e qualchetetto sulla testain più sarebbero apprezzati dalla comunità astigiana.
ASTI, 3 novembre 2011
CGIL CISL UIL
ASTI

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