giovedì 20 ottobre 2011

PRESIDIO, CONFERENZA STAMPA E MINICORTEO



Con questa conferenza stampa e questo presidio abbiamo voluto dare il senso della chiusura di una fase di lavoro della nostra associazione. Questa fase è iniziata nella seconda metà del 2009 e si è caratterizzata con un progressivo aggravamento del problema abitativo, con un divario sempre maggiore tra bisogni abitativi e disponibilità di alloggi popolari, con una emergenza che , in queste ultime settimane, è diventata la normalità.
Abbiamo attraversato questa fase con un crescendo di azioni di contrasto degli sfratti, di cui le due occupazioni (via Allende e via Orfanotrofio) sono state, in mancanza di alternative lo sbocco inevitabile, con un crescendo di iniziative pubbliche.


L'orientamento di queste iniziative pubbliche è stato quello di:
  • aprire un confronto vero con gli enti pubblici, che alla fine non c'è mai stato;
  • portare su un “tavolo”, che non si è mai veramente messo al lavoro, una mole di analisi e di progetti, che sono rimasti tutti senza risposta.

Al punto in cui siamo non si tratta più di affrontare una emergenza abitativa, ma un malessere sociale molto più ampio, che ha le sue cause
  • nella crisi sociale presente;
  • nel modo in cui si è giunti a questa crisi;
  • nel modo con cui i poteri pubblici, dal governo alla Amministrazione cittadina, la stanno affrontando.

In questo contesto l'emergenza abitativa non ha più un carattere transitorio. Ha un carattere permanente di sistematica distruzione di un diritto, il sacrificio del diritto all'abitare agli spiriti più animali del mercato immobiliare.
Concorre a confermare tutto ciò, non a contrastare come viene detto, l'offerta alle famiglie sfrattate di una dimora temporanea (15 giorni e poi si da il cambio ad un'altra famiglia) nel “centro di accoglienza” allestito in questi giorni al Maina (Casa di Riposo città di Asti).

Tale “centro” è funzionalmente inadeguato a tutelare i legami sociali delle famiglie. Non solo per le rigidità imposte dal contesto, i tempi e i modi delle attività della Casa di Riposo, per la temporaneità del domicilio che offre, ma per l'organizzazione interna degli spazi abitativi: cinque camere per cinque famiglie, servizi igienici in comune come la cucina, il refettorio, gli spazi di soggiorno. Insomma si tratta di una foresteria per il fine settimana di una scolaresca.

Per sottolineare questa chiusura di fase, ma anche per:
  • richiamare responsabilità che vanno ben oltre quelle di una semplice associazione di volontariato;
  • richiamare la necessità di una azione plurale, di molte associazioni insieme;
  • chiedere l'attenzione di un soggetto politico (se c'è) capace di coniugare le parole con i fatti;

L'associazione ha deciso di:
  • chiudere per sei mesi lo sportello di segretariato sociale;
  • concentrare il lavoro dei volontari e delle famiglie, che fino a questo momento si sono riconosciute nelle iniziative della Associazione (partecipandole con una comune assunzione di responsabilità), su un nodo di problemi in cui il diritto all'abitare contrasta con l'assetto della proprietà, pubblica o privata degli immobili.

E' il caso degli immobili di via Allende e di via Orfanotrofio, di proprietà pubblica, che devono restare di proprietà pubblica;
E' il caso di quegli edifici di proprietà privata, come quelli di corso volta, oggetto di vendite giudiziarie, che devono essere acquistati o requisiti dall'autorità pubblica.

Per avere la misura della crisi sociale in corso, bisogna essere consapevoli che le famiglie, messe alle strette dalla perdita del lavoro o dalla precarietà del reddito, non pagano l'affitto perché è meno meno rischioso di saccheggiare un negozio o rapinare una banca.

Il mini-corteo seguito alla conferenza stampa, approdato alle nuova sede dei Servizi Sociali in piazza Catena, ha voluto sottolineare l'apertura di una nuova fase dell'attività dell'associazione. Lo striscione affisso agli ingressi vale come una dichiarazione programmatica.

Asti 20/10/11


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