Nel corso dei due ultimi anni circa il diritto all'abitare, pur proclamato in carte e statuti, è stato sistematicamente violato. Si è mutato nel suo contrario il paradigma socio/politico in cui questo ed altri diritti erano iscritti.
Tutta la relativa materia legislativa, pur registrando in modo disordinato la ruvida materialità dei “nuovi” rapporti sociali, ha mutato orientamento. Il compito di enti e istituzioni è ormai solo quello di temperare gli effetti più regressivi di un mercato delle locazioni diventato escludente, perché speculativo, per tutta la fascia di popolazione con redditi modesti o precari. Negli assessorati preposti, con risorse residuali, viene gestita una emergenza abitativa che si è ormai trasformata in “normalità”.L'emergenza ha avuto una nuova impennata e coinvolge ormai le persone/famiglie che avevano conosciuto periodi di relativo benessere. Con una espressione mutuata da un testo di Revelli noi le chiamiamo “naufraghi dello sviluppo”, persone spinte “fuori mercato” da poteri ed eventi percepiti solo come minacce. Il fatto che in maggioranza appartengano ad un gruppo sociale (famiglie di nordafricani di religione mussulmana) dipende dalla collocazione di questo gruppo nel mercato del lavoro e dalla legislazione cui è fatto oggetto, particolarmente vessatoria ed escludente. Si tratta in ogni caso di persone/famiglie, con una ricca rete di relazioni (parenti, amici, i ragazzi a scuola), il cui stato di precarietà potrebbe essere superato, a condizione che il contesto sociale muti a loro favore.
L'esperienza di via Allende, che ormai dura da nove mesi, è la dimostrazione di questo assunto. Dopo una serie di azioni che hanno il senso di “riprendersi il maltolto”, adesso la precarietà dei redditi può essere vissuta senza mettere a rischio le relazioni primarie, quelle familiari innanzi tutto, quelle comunitarie di conseguenza. In quanto alla disponibilità di nuovi alloggi popolari i tempi e i numeri sono noti (108 alloggi nei prossimi due anni) a partire dai mesi a cavallo del 2012. Ma questa offerta si misura sul numero delle emergenze, molto alto, e sul numero (600) degli aspiranti assegnatari in graduatoria atc. Mentre al momento, a cavallo dell'attuazione della nuova legge regionale sull'erp (17 febbraio 2010, n. 3), sono completamente all'oscuro sia i criteri che i procedimenti delle assegnazioni dei pochi alloggi disponibili.
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