sabato 26 dicembre 2009

ANTECEDENTI E CONSEGUENTI “OCCUPAZIONE” VIA MALTA


  1. Incontro con Sindaco e Verrua (fine giugno) per discutere la sorte delle assegnazioni con convenzione a tempo (26) perché tutti gli interessati hanno ricevuto in varia forma l'invito ad andarsene dall'alloggio cosiddetto “parcheggio”. Tra queste quella di El Mesbahi Mohamed (338 8980470) proprio in Via Malta già coinvolto in uno sfratto in fase esecutiva, contrastato con un presidio dei volontari dell'associazione. Lo sfratto è stato rinviato all'8 settembre. L'incontro non ha avuto alcun esito positivo. Possibilista il sindaco, con le solite tesi oltranziste l'assessore. L'associazione, sottolineando lo spirito solidaristico della legge, dunque la necessità di tutelare il diritto all'abitare, ha chiesto un esame di ogni singola condizione sociale delle famiglie interessate per fare di quella condizione il criterio per rinnovare, chiudere o protrarre i termini della convenzione. Inoltre ha chiesto che si formalizzassero delle procedure di controllo dell'uso degli alloggi di erp e che di quelle procedure si facesse una campagna pubblica di responsabilizzazione di tutti gli assegnatari, a prescindere dal tipo di convenzione.
  2. Le “occupazioni” avvengono il 10 luglio. Si tratta di famiglie, le cui condizioni abitative sono da tempo note all'assessorato ai Servizi Sociali. Gli interessati, prima di segnalare la “occupazione” all'associazione hanno fatto la solita trafila di incontri con assessore e funzionari dell'assessorato, senza ottenere nulla. Gli alloggi “occupati” erano vuoti da tempo (più volte segnalati all'associazione e segnalati all'atc e all'assessorato dalla presidente della circoscrizione) e l'associazione considera questa circostanza, insieme ad altre che qui non si annotano per brevità, come un segno di una discutibile gestione dell'intero patrimonio abitativo.
  3. I volontari dell'associazione, dopo aver riconosciuto l'effettiva condizione di “emergenza abitativa” delle famiglie (intanto sono venuti a conoscenza di una terza “occupazione” in via Pavese) hanno sviluppato la loro solita azione, che in questo caso si può sintetizzare in ordine cronologico così: 1) il coinvolgimento di altre associazioni di volontariato sociale; 2) intervento dei periodici cittadini (Provincia e Stampa); 3) intervento degli interessati sui periodici cittadini; 4) richiesta di incontro urgente con il Sindaco; 5) richiesta di intervento del Prefetto (dialogo avvenuto tra volontari dell'associazione e dott. Micheluzzi e dott.sa Gardino); 6) lettera ai componenti l'opposizione politica in Consiglio Comunale.
  4. Al momento non c'è nessuna risposta da parte del Sindaco ci sono invece delle risposte dell'assessore sui periodici cittadini che sono semplicemente la replica degli argomenti già sciorinati durante l'incontro di fine giugno. Ciò che l'associazione vuole evitare è un confronto sul campo con ufficiale giudiziario e forza pubblica, evento al quale l'associazione e gli interessati sono preparati (nulla deve avvenire sotto silenzio). L'associazione invece lavora come sempre per soluzioni che rispettino innanzi tutto la dignità delle persone e delle famiglie e che siano per tutti un momento di presa di coscienza e responsabilizzazione. Lo sgombero forzoso è ancora una minaccia e non si sa se l'atc, che può muoverlo con una denuncia, abbia o non abbia fatto il primo passo.
  5. L'opposizione politica in Consiglio Comunale, che può avere un ruolo positivo se si emancipa da intenzioni elettoralistiche, si è al momento mossa con due Consiglieri (Bosia e Pasta). Entrambi hanno parlato con le famiglie interessate, hanno fatto la loro piccola inchiesta sul campo (via Malta). Sono passi che l'associazione apprezza molto (vedere la realtà e i contesti, parlare con le persone) perché, a prescindere da chi li muove, sono necessari per non fare mai astrazione dalle persone in carne ed ossa e dai loro bisogni e diritti, anche quando si affrontano gli aspetti più generali e complessi dei problemi.

Coordinamento Asti-Est

Asti 18/07/09


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