sabato 30 giugno 2012

FAMIGLIE IN CERCA DI CASA, CASE IN CERCA DI FAMIGLIE


Questo edificio, “occupato” provvisoriamente da famiglie, sfrattate o minacciate da sfratto o malamente domiciliate, è di proprietà delle banche. E' messo in vendita giudiziaria perché la proprietà originaria, una società immobiliare, è fallita.
Come altri in città, vuoti insieme a migliaia di alloggi, è dunque in “attesa di valorizzazione”. Vale a dire che qualcuno se lo compri. In questa veste, di puro valore di scambio, poteva restare vuoto e di nessuna utilità sociale per anni, diversamente da come imporrebbe la Costituzione (art. 41 e 42)
E' un chiarissimo esempio di come sono andate le cose ultimamente. Anziché rispondere al bisogno abitativo si è vergognosamente speculato su quello, anziché mettere le famiglie in condizioni di pagarsi un canone di locazione si sono messe le famiglie in condizioni di estrema precarietà economica .
Le famiglie per difendere i loro progetti di vita e il loro diritto hanno provvisoriamente “occupato” questo edificio e da questo momento lo autogestiscono come un bene pubblico essenziale (art. 43 della Costituzione), con delle regole condivise e un canone di locazione proporzionale al salario.
Non potendo aspettare senza domicilio (dove ?) che qualcuno (chi ?) imponga le condizioni di di una civile uguaglianza (art. 3 della Costituzione), le famiglie si riprendono così il maltolto, sottraendo alle banche e ai ricchi possidenti una porzione di ricchezza che hanno contribuito a creare.

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