lunedì 23 luglio 2012

EX MUTUA: RESTITUIRE AI "METALLURGICI"



Leggo su La Stampa di oggi che entro venti giorni le famiglie che occupano lo stabile della ex mutua saranno buttati fuori. Si tratta di famiglie gravemente colpite dalla crisi che, venendo a mancare lo stipendio non potevano più pagare l'affitto. Per loro è scattato immediatamente lo sfratto.
Il Coordinamento Asti Est, che si occupa anche di questi casi, li ha aiutati ad entrare in questa struttura pubblica, indecentemente trascurata e abbandonata al degrado dalla proprietà e dove le persone interessate hanno svolto lavori di recupero.
Ma le cose che vorrei sottolineare e che mi hanno veramente indignato sono le seguenti:
  • la proprietà è dell'ASL che per sua natura dovrebbe “curare” le persone e non gettare in mezzo ad una strada, uomini donne e bambini;
  • l'edificio è stato costruito nell'immediato dopoguerra (prima guerra mondiale) ad opera degli operai metallurgici che, dopo aver lavorato duramente e mal pagati, mettevano braccia e denaro per avere una loro casa sociale. Il fascismo, se ne appropriò con mezzi brutali che convinsero il comitato di gestione ad una “donazione” forzata.
Due erano i metodi che i fascisti usavano per appropriarsi dei beni altrui: quello che ho appena descritto e le requisizioni. Dopo la liberazione, i beni che erano stati requisiti furono restituiti, ma nel caso della ex mutua non fu così perché si sostenne che fu una donazione, anche se forzata dalla violenza. Passò così al Demanio.
Ritengo che oggi si debba fare giustizia e restituire ai “metallurgici” nella figura dei sindacati, o almeno a scopi sociali, questo edificio ed evitare di farne oggetto di speculazioni, riconoscendo, anche se dopo tanto tempo, l'ingiustizia compiuta.
Un popolo che rivendica tradizioni cristiane non può permettere che si consumino tali cose.
Cordialmente
Bruno Giaccone

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