giovedì 28 giugno 2012

ANALISI


SECONDO UNO STUDIO ASTI E’ TRA LE CITTA’ PIU’ COLPITE IN ITALIA
E’ record di sfratti “Adesso serve un vero piano casa”. In un anno sono stati 300. Vercelli: “Sostenere gli affitti, utilizzare gli immobili pubblici vuoti”
ROBERTO GONELLA - ASTI
Numeri e percentuali portano alla luce un dramma che si consuma quotidianamente, spesso nell’indifferenza. L’aumento degli sfratti è tra gli effetti della crisi economica ma testimonia anche l’inadeguatezza delle risposte (quando ci sono) date al problema casa. La ricerca a livello nazionale dall'Unione inquilini è l’ulteriore conferma: 56 mila sfratti per morosità in Italia nel 2011, con Asti che fornisce il suo contributo in negativo. 

Nel 2011 i provvedimenti emessi in città sono stati 299: -14,81% rispetto all’anno prima. Il dato «migliore» in Piemonte (3902, +4,76% la media regionale con Novara al polo opposto +41,9), in controtendenza anche con la media nazionale (-2,77). Attenzione però, questo non significa che il problema si avverta meno. Anzi, è il contrario. Le richieste di esecuzione affidate all’ufficiale giudiziario sono state infatti 685 (+16,7%). L’aumento più consistente in regione (5859 casi, +0,98). Ma il record negativo Asti lo registra nel numero di sfratti eseguiti: 194 secondo l’Unione inquilini, il 35,6% in più contro una media regionale del 2,70% (1942 sfratti). In Italia hanno fatto peggio solo Mantova, Udine, Macerata, Rieti e Vibo Valentia.
 La discrepanza made in Asti che in città l’iter giudiziario non si ferma perché le famiglie morose non riescono a lasciare autonomamente la loro casa in quanto prive di soluzioni alternative. Tradotto, manca più che altrove una «rete sociale» di salvataggio. 
«La situazione non è semplice - conferma Piero Vercelli, neo assessore ai Servizi sociali, per anni tra gli esponenti più attivi del movimento per il diritto alla casa - occorre far fronte all’emergenza e affrontare la questione in prospettiva, ad esempio con l’housing sociale». «Ma non si può delegare tutto al mio assessorato, ciascuno in Giunta e nelle istituzioni deve fare la sua parte - aggiunge -occorre un tavolo per individuare un percorso comune, lavorare in rete e monitorare la situazione in modo da affrontare i casi prima che si arrivi allo sfratto con costi sociali ma anche economici per la collettività». E non solo: «Serve un sostegno agli affitti e fare un ragionamento sul canone sociale per quelli sfitti. Senza dimenticare gli immobili pubblici attualmente vuoti».

I numeri
299 sfratti morosità richiesti nel 2011: sono il 14,81% in meno rispetto al 2010;
685 richieste di sfratto presentate all’ufficiale giudiziario, sono il 16,7% in più rispetto all’anno prima;
194 sfratti eseguiti, sono il 35,6% in più, l’aumento più alto in percentuale in Piemonte.

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