mercoledì 13 giugno 2012

IL NUOVO ASSESSORE IN PIAZZA


L'incontro avvenuto giovedì in Piazza San Secondo, pare abbia soddisfatto almeno una aspettativa, quella di un assessore dialogante. Prerogativa che l'interessato ha confermato il martedì seguente quando, nel corso di un picchetto antisfratto, ha concorso ad ottenere un rinvio dell'esecuzione di 25 giorni. Certo, le parole e le intenzioni dichiarate da quel ruolo possono essere solo una trappola, preordinata o ordita dalle circostanze, ma danno all'interlocutore che la sa cogliere, l'opportunità di rendere più convincenti le sue scelte, agli occhi di una opinione pubblica ancora troppo condizionata dalla cultura Mainstream.

L'associazione non mancherà di cogliere questa opportunità. In ogni caso, come hanno dato ad intendere i suoi volontari, con una breve e pubblica infrazione al regolamento durante la prima riunione del Consiglio rinnovato, l'associazione come sempre non discosterà il proprio giudizio dai fatti.
Per il resto vedremo come la nuova giunta nel suo insieme darà seguito all'intenzione di riprendere il dialogo che la precedente amministrazione aveva aperto e subito soffocato. Le questioni sono note: una emergenza abitativa che si è fatta normalità come effetto combinato della speculazione immobiliare e della precarietà dei redditi da lavoro; la modestia per non dire residualità della offerta di abitazioni a canone sociale; le politiche xenofobe e autoreferenziali; un contenzioso tra Comune e atc che rischia di essere pagato da inquilini in difficoltà e così via. Con quali modalità verranno affrontate tali questioni, quali prospettive si apriranno per centinaia di persone e famiglie a cui è già negato o irrimediabilmente compromesso il diritto alla casa ?
Come abbiamo già detto non sarà facile rompere la gabbia del neoliberismo e della cultura che tutto ha sovvertito dei valori costituzionali perché, al di là dell'esordio della nuova giunta e delle aspettative che lo accompagnano, l'analisi del contesto e delle vicende che lo attraversano conferma che un cambiamento è possibile, nelle condizioni sociali e di vita della città, solo se si realizzano due condizioni.
La prima dipende per intero dai soggetti sociali che in questi anni hanno agito conflitti in difesa dei diritti costituzionali e della persona, con l'idea di una società cooperante e solidaristica. Vale a dire la capacità di moltiplicare le azioni con vocazione costituente, quelle che un tempo si definivano di “pratica dell'obiettivo” e adesso sentiamo necessitate dall'impossibilità di negoziare qualcosa con alcun che, in un contesto in cui domina lo scambio tra diritti ad una vita dignitosa e interessi delle banche e delle multinazionali.
La seconda dipende dalla capacità dell'assessore e della giunta di uscire fuori dall'ordinaria amministrazione, fuori dagli esiti meramente compassionevoli a cui quello scambio costringe, fuori dalla storia ultra-decennale di un governo del territorio in mano al partito del mattone e di un governo della città in mano alla possidenza e alle corporazioni, professionali e politiche, legate a quella.
Vedremo, vedremo. Un primo piccolo test saranno gli sfratti esecutivi prossimi di persone e famiglie “naufraghe dello sviluppo” e la condizione abitativa subumana di alcune famiglie accompagnate dall'Associazione (c'è chi dorme in auto, c'è chi ha passato l'inverno senza riscaldamento e acqua).
Non staremo comunque ad attendere, soprattutto perché i tempi delle famiglie sotto sfratto o di quelle che stanno subendo una condizione abitativa insostenibile non sono i tempi della amministrazione. Chiederemo che il confronto e i provvedimenti attesi dalle famiglie abbiano tempi certi e daremo a tale richiesta il carattere di un incontro pubblico.








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