lunedì 28 marzo 2011

Il tam-tam degli sfrattati “Stasera tutti in municipio”


Riconvocato il Consiglio comunale sospeso dopo il presidio dei gruppi

ROBERTO GONELLA ASTI
Un momento della protesta delle associazioni degli sfrattati in piazza San Secondo davanti al municipio

La seduta si annuncia «calda». Interrotto la scorsa settimana per la protesta in sala di associazioni e sfrattati, stasera è nuovamente convocato il Consiglio comunale. E i manifestanti si ripresenteranno. Il tam tam in queste ore corre sul web e via sms con decine di adesioni con dure accuse alla giunta di centrodestra guidata dal sindaco Giorgio Galvagno. «Il problema casa e il caro parcheggi - scrivono le associazioni - sono due simboli del disinteresse dell'amministrazione per i problemi dei cittadini. Chiediamo a tutte le realtà sociali e ambientaliste di partecipare portando le loro questioni in piazza». Ma in un’intervista a «La Stampa», il vice sindaco Sergio Ebarnabo rispedisce le accuse al mittente. «Il Comune mette a disposizione strumenti per chi è in difficoltà - il pensiero dell’amministratore nel Pdl con provenienza An - ma prima di tutto vengono i nostri pensionati, chi è nato e ha lavorato qui e non chiede le cose con prepotenza lasciandosi anche strumentalizzare».

domenica 27 marzo 2011

ABROGHIAMO EBARNABO


(dall'Egitto alla Tunisia sarà la piazza a cacciarti via)
Dalla “casa ai piemontesi” alla “casa agli italiani”, Da Verrua ad Ebarnabo xenofobia a gogò. Per il resto l'intervista di Ebarnabo alla Stampa è una dichiarazione di guerra alla ragione e alla razionalità dei fatti. Meglio, è la conclusione di un anno di ostinato rifiuto del Sindaco e della giunta a fissare almeno una agenda dei problemi abitativi in città. Invece solo chiacchiere, ammiccamenti inconcludenti verso chi, sindacati e Prefetto, sollecitavano la convocazione di un “tavolo” partecipato. E poi i pregiudizi che servono a evocare capri espiatori, i soliti inviti ad usare la forza pubblica, insomma tutte le miserie della politica di oggi, tutti gli strumenti per fare la guerra ai poveri. 

Ebarnabo all’attacco “La casa va agli italiani”


ROBERTO GONELLA ASTI
Intervista

Schiere di cassintegrati e disoccupati non hanno soldi per l’affitto. Gli sfratti aumentano, il bisogno abitativo cresce. E gli alloggi popolari che saranno costruiti sono una goccia nell’oceano di necessità. Ne servirebbero almeno 600 per soddisfare la richiesta di chi è in lista ma, almeno da spendere in questa direzione, di soldi non ce ne sono. La casa è di chi l’abita, la strofa di un canto di protesta che da mesi è colonna sonora nella vita di famiglie di migranti: hanno occupato immobili pubblici (vuoti) lasciati andare alla deriva. Comunque la si pensi, le occupazioni di via Allende e dell’ex Mutua sono la punta dell’iceberg di un malessere sociale che si gonfia, un ascesso sul punto di esplodere.

STOP AL CONSIGLIO COMUNALE

Da La Stampa (Roberto Gonella)
Nel recentemente passato il Consiglio comunale aveva fatto tutto da solo con sedute che non raramente saltavano per mancanza del numero legale. Giovedì sera uno stop clamoroso a pochi minuti dal via originato invece dalla protesta di un gruppo di associazioni: intendevano portare all’attenzione dell’assise i problema della casa e del lavoro, insieme a servizi sociali e caro parcheggi. Una contestazione ripresa anche dal webcam della sala consigliare. Mezz’ora di muro contro muro destinato a lasciare il segno.
A fare da prologo il sit in davanti al municipio indetto da una schiera di associazioni e partiti: Progetto Sherwood, Coordinamento Asti est, Casa Del Popolo,Federazione della Sinistra, A Sinistra, Forum Sociale Cittadino e Giovani Comunisti.

E mentre in piazza venivano srotolati striscioni, in aula prendevano il via i lavori. Smaltite rapidamente alcune pratiche ha preso la parola l’assessore Maurizio Lattanzio sul tema della partecipazione del Comune a consorzi e società. Pochi minuti ed il suo intervento è interrotto dal vociare del pubblico: in sala cominciano infatti ad affluire i manifestanti. Sono esponenti delle associazioni ma anche sfrattati coinvolti nell’esperienza degli alloggi occupati in via Allende e in via Orfanotrofio. Vogliono anche restituire al sindaco Galvagno l’ordinanza di sgombero dell’exMutua firmata pochigiorni fa. Issano cartelli, qualcuno anche i propri figli. Il presidente del Consiglio Comunale Giovanni Boccia invita «il gentile pubblico a ritirare i cartelli». Poi ammonisce più volte prima di sospendere volta i lavori: «Non siamo nella condizione dilavorare serenamente»dice. A questo punto dal fondo della sala si leva un coro di proteste. «Dimissioni, dimissioni» scandiscono i manifestanti. Si fa anche riferimento alle rivolte in nordafricane: «Come in Egitto e in Tunisia sarà la piazza a mandarvi via». Galvagno, fino a quel momento impassibile, sbotta: «Protesto nei confronti di un gruppo che impedisce al Consiglio di lavorare. E’ un attentato alla democrazia - Non possiamo accettare un atto di prevaricazione e di violenza» gridaal microfono».
Boccia invita ancora alla calma, i consiglieri di minoranza Alberto Pasta (Idv) e Vittorio Voglino (Pd) provano a mediare con alcuni esponenti della maggioranza. Galvagno ribadisce di essere disponibilead incontrarei manifestanti ma nella ex sala consigliare. Chi protesta chiede invece di poter intervenire pubblicamente davanti al Consiglio. «Casa, lavoro e dignità» il coro. Nelle fila della maggioranza il consigliere Gianluigi Sannino è per il pugno duro: «Questa pagliacciata deve finire altrimenti me ne vado - le parole rivolte al sindaco - qua bisogna fare denuncia e costituirsi in giudizio». Boccia chiede ancora di abbassare «toni e cartelli», poi si arrende. «Vista l’impossibilità di continuare i lavori il Consiglio è aggiornato a lunedì». Si leva il coro «buffoni, buffoni». E la promessadi ritornare, nonsolo lunedì.
Contestati e contestatori invocano il rispetto della democrazia. Lo scontrodi giovedìsera in Consiglioè destinatoa scavareancor più il solco di incomprensioni tra la maggioranza e un pezzo di città che agisce fuori dal palazzo. Il sindaco Galvagno dice di non avere dubbi: «E’ stata una provocazione, non si viene in Consiglio ad urlare - sostiene - è una violenza verbale intollerabile, ci deve essere rispetto della democrazia». E prosegue. «Sono strumentalizzazioni con tanto di istigatori: gente che ci marcia e altri che ci rimettono». Il sindaco respinge l’accusa di non voler ascoltare i loro problemi: «Ho sempre ricevuto tutti, ma a grida e insulti dico no. Se la prendano pure con me ma non con le istituzioni». Il presidente del Consiglio comunale Giovanni Boccia difende la sua decisione: «Impossibile proseguire i lavori, troppo rumore e vociare - il commento - il sindaco era disposto ad incontrare i manifestanti nella sala adiacente. Ma vista l’impossibilità di un confronto e nonostantegli appelli ad abbassare i toni, il mio fiuto mi ha consigliato di fermare tutto». Sul fronte della maggioranzail consigliere Franco Ingrasci, della commissione regionale assegnazione alloggi case popolari all'Atc, definisce inaccettabile l’interruzione. «La casa è un diritto ma occupare è un reato nonchéun errore- sostiene- Serve una Commissione comunale di emergenza abitativa». Dai banchi della minoranza Alberto Pasta (Idv) critica la Giunta. «Opporsi al dialogo è allucinante, dimostra la debolezza di una amministrazione che non vuole ascoltare la gente». E cita un esempio: «Lo stesso assessore Palladino durante la Giunta Voglino si presentò in Consiglio a protestare e a consegnare un imbuto». Esempio citato anche da Giovanni Pensabene, all’epoca assessoree giovedì trai contestatori. «I manifestanti di allora non erano né meno rumorosi né più educati di quelli di giovedì - dice - A nessuno fa piacere essere contestato ma chi governa, in un sistema democratico,ha il dovere di ascoltareanche chi lo contesta». Infine Carlo Sottile, altro manifestante: «Qui come altrove chi cerca di dare voce al malessere sociale non trova interlocutori. Opposizione in Consiglio compresa: poteva smarcarsi e non lo ha fatto».

venerdì 18 marzo 2011

CHE SINDACO E' MAI QUESTO ?



Dopo essere saliti sulla torre troiana per richiamare per l'ennesima volta l'attenzione dei cittadini e delle istituzioni sull'emergenza abitativa in città, ci saremmo aspettati dal sindaco un altro provvedimento, non questo. Ci è arrivata invece una ordinanza di inabitabilità e di sgombero. Il provvedimento, senza il margine di una ulteriore verifica oltre quella fatta dai Vigili del Fuoco su ordine della Procura, annota in modo del tutto pretestuoso rischi di incolumità delle persone e condizioni abitative fuori norma.
Se è un “atto dovuto”, è l'ultimo di una lunga serie. Un modo di annegare la sostanza nella forma. Un modo di rendersi irreperibili alla responsabilità verso le famiglie, quelle che occupano edifici vuoti da anni, quelle che affollano senza speranza le graduatorie atc, quelle che tacciono e disperdono il loro malessere nel mare magnum delle relazioni sociali. 

lunedì 14 marzo 2011

LA PRESA DELLA TORRE


L'azione di ieri, la presa della torre Trojana, ha tolto definitivamente, alla nostra associazione e alle famiglie che la partecipano, la speranza di un negoziato, con la presente giunta e con chi la rappresenta, per trovare soluzioni all'emergenza abitativa.
Fin dal mattino, nella piazza del Municipio, durante uno scambio di battute a cui si è sentito obbligato, per la semplice ragione che passava di lì, il Sindaco ha espresso le sue intenzioni. Le riassumiamo così:
  • interdire da qualsiasi “tavolo di confronto” la nostra associazione e i cittadini che la partecipano. Accreditare invece chiunque sia disposto a riti di conferma, a fare chiacchiere senza costrutto e soprattutto a sottoscrivere qualsiasi provvedimento, purché non tocchi la proprietà, gli interessi della possidenza cittadina, l'idea che il mercato sia l'essenza della democrazia;
  • punire le famiglie che si sono rifiutate di barattare la loro dignità e la loro coesione con l'accettazione di sfratti senza alternativa abitativa, o al più con la separazione in centri di accoglienza dei genitori dai figli in improbabili centri di accoglienza. Premiare invece con una filantropia pelosa, escludente e deresponsabilizzante chi, con la rassegnazione, il silenzio e l'ostilità verso chi sta peggio, conferma lo stato di cose presente e ne assolve i responsabili.

martedì 8 marzo 2011

PRESIDIO


Il bisogno abitativo è un problema sociale gravissimo.
Non si può affrontare solo con l'ordinaria amministrazione.
Servono tutele efficaci e nuovi alloggi popolari.
Le cifre ?
Decine di emergenze abitative e 600 domande di case popolari si confronteranno verso la fine del 2011 e mesi seguenti con 108 alloggi di nuova costruzione.
Intanto in città ci sono decine di contenitori vuoti offerti alla speculazione immobiliare e migliaia di alloggi sfitti con canoni inaccessibili per le famiglie con redditi modesti.
Le famiglie con sfratti esecutivi (alcune con punteggi elevati in graduatoria atc) che affollano il nostro sportello di segretariato sociale non hanno altra via che una terza “occupazione”?
Cosa fanno gli assessorati e le istituzioni ?
Quasi nulla, però le famiglie e le associazioni che hanno deciso di sottrarsi al ricatto dello sfratto hanno già ricevuto 42 notifiche di reato (“invasione di edificio”, “interruzione di pubblico servizio”) e le famiglie che hanno “occupato” un edificio di proprietà pubblica, vuoto e abbandonato all'incuria in via Allende, subiranno un processo a partire dal 23 di marzo.
Hanno solo difeso il loro diritto alla casa e la loro dignità.

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...