IL PROGRAMMA CASA DELLA REGIONE PIEMONTE COGLIE LA GRAVITA' DEL PROBELMA SOCIALE MA NON METTE FINE ALL'EMERGENZA.
La Regione Piemonte ha fatto una precisa e importante scelta in questo settore, impegnando nuove risorse e approvando un piano d’intervento in 3 bienni per:
• case popolari,
• edilizia cooperativa,
• edilizia per anziani,
• progetto giovani,
• agenzie per il sostegno agli affitti
• manutenzioni,
• studi di fattibilità
Il Piano Casa prevede potenzialmente un investimento di 758 milioni di euro in 6 anni (1.500 miliardi). Su Asti (fra ATC, Comuni, Privati e Cooperazione) oltre € 41.000.000. Per l’edilizia popolare l’obiettivo sono 300 nuovi alloggi da cantierare in 6 anni.
Dopo gli appelli dei Comuni (Anci), delle Atc (Federcasa) per la ripresa dei finanziamenti a favore dell'edilizia residenziale pubblica, la Regione Piemonte ha approvato un “Programma Casa” in 6 anni (2007/2012), per la costruzione di 4.000 alloggi di edilizia agevolata (costruita dalle imprese e accessibile attraverso mutui agevolati e canoni calmierati) e di 6.000 alloggi di edilizia popolare (quella a totale carico dello Stato, costruita e gestita dalle ATC); 300 di questi ultimi (110 nel biennio 2007/8) saranno finanziati per la provincia di Asti.
Questo programma (D.C.R. n.93-43238 del 20/12/06) può essere considerato un atto dovuto, dopo almeno un decennio di sistematica demolizione dell'edilizia residenziale pubblica, e dopo la presa d'atto del fallimento della scelta di consegnare al mercato il bisogno abitativo. Ma l'offerta differenziata di alloggi che prevede andrebbe capovolta, perché i 4.000 alloggi di edilizia agevolata sono un finanziamento alle imprese di costruzione più che la risposta ad un effettivo bisogno abitativo della fascia di popolazione con redditi medio-bassi.
E' l'offerta di case popolari che deve crescere perché il bisogno abitativo e l'emergenza si manifestano soprattutto tra le fasce sociali con redditi precari, escluse dal mercato privato delle locazioni. Un mercato dominato dalla speculazione edilizia, non a caso la crescita del bisogno abitativo insoddisfatto, in città come Asti, con una popolazione stabile o in decrescita, si è accompagnata con un boom dell'edilizia privata che non accenna a finire.
Un atto dovuto (lo Statuto della Regione Piemonte riconosce e promuove il diritto all'abitazione,) che, incautamente, in questi giorni, viene utilizzato per fare campagna elettorale, come se fosse risolutivo del problema dell'abitare e del problema dell'emergenza abitativa.
Intanto si deve sapere, per quanto riguarda la Regione, che l'offerta di 6000 alloggi popolari in 6 anni si confronta con una domanda, censita nel 2005, di 30.000 alloggi popolari. Inoltre il programma appena approvato non utilizza ancora, come sarebbe necessario, un flusso di finanziamenti certo e costante (la Gescal è stata spenta nel 98); al momento è finanziato solo il primo biennio.
Per quanto riguarda Asti, considerando l'anno appena trascorso, l'assegnazione di 35 alloggi popolari si è confrontata con un bisogno abitativo, censito dalle graduatorie dei bandi Atc e dell'emergenza abitativa, di circa 900 famiglie. Nella nostra città inoltre, per tutto il 2007 non ci sarà la disponibilità di un solo alloggio popolare !
In conclusione, il “Programma Casa” della Regione Piemonte è certamente un buon risultato della coalizione al governo regionale, perché apre una prospettiva, finanzia progetti già pronti da tempo, alcuni della ATC di Asti, ma non possono esserne sottaciuti i limiti e soprattutto non può essere usato, nei confronti della giunta comunale in carica, come il paravento di discutibili scelte urbanistiche e di una politica della casa popolare che non è ancora uscita da una miserevole filantropia.
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