sabato 15 marzo 2008

COMMENTO AL PIANO CASA DELLA REGIONE PIEMONTE

IL PROGRAMMA CASA DELLA REGIONE PIEMONTE COGLIE LA GRAVITA' DEL PROBELMA SOCIALE MA NON METTE FINE ALL'EMERGENZA.


La Regione Piemonte ha fatto una precisa e importante scelta in questo settore, impegnando nuove risorse e approvando un piano d’intervento in 3 bienni per:


case popolari,

edilizia cooperativa,

edilizia per anziani,

progetto giovani,

agenzie per il sostegno agli affitti

manutenzioni,

studi di fattibilità


Il Piano Casa prevede potenzialmente un investimento di 758 milioni di euro in 6 anni (1.500 miliardi). Su Asti (fra ATC, Comuni, Privati e Cooperazione) oltre € 41.000.000. Per l’edilizia popolare l’obiettivo sono 300 nuovi alloggi da cantierare in 6 anni.



Dopo gli appelli dei Comuni (Anci), delle Atc (Federcasa) per la ripresa dei finanziamenti a favore dell'edilizia residenziale pubblica, la Regione Piemonte ha approvato un “Programma Casa” in 6 anni (2007/2012), per la costruzione di 4.000 alloggi di edilizia agevolata (costruita dalle imprese e accessibile attraverso mutui agevolati e canoni calmierati) e di 6.000 alloggi di edilizia popolare (quella a totale carico dello Stato, costruita e gestita dalle ATC); 300 di questi ultimi (110 nel biennio 2007/8) saranno finanziati per la provincia di Asti.

Questo programma (D.C.R. n.93-43238 del 20/12/06) può essere considerato un atto dovuto, dopo almeno un decennio di sistematica demolizione dell'edilizia residenziale pubblica, e dopo la presa d'atto del fallimento della scelta di consegnare al mercato il bisogno abitativo. Ma l'offerta differenziata di alloggi che prevede andrebbe capovolta, perché i 4.000 alloggi di edilizia agevolata sono un finanziamento alle imprese di costruzione più che la risposta ad un effettivo bisogno abitativo della fascia di popolazione con redditi medio-bassi.

E' l'offerta di case popolari che deve crescere perché il bisogno abitativo e l'emergenza si manifestano soprattutto tra le fasce sociali con redditi precari, escluse dal mercato privato delle locazioni. Un mercato dominato dalla speculazione edilizia, non a caso la crescita del bisogno abitativo insoddisfatto, in città come Asti, con una popolazione stabile o in decrescita, si è accompagnata con un boom dell'edilizia privata che non accenna a finire.

Un atto dovuto (lo Statuto della Regione Piemonte riconosce e promuove il diritto all'abitazione,) che, incautamente, in questi giorni, viene utilizzato per fare campagna elettorale, come se fosse risolutivo del problema dell'abitare e del problema dell'emergenza abitativa.

Intanto si deve sapere, per quanto riguarda la Regione, che l'offerta di 6000 alloggi popolari in 6 anni si confronta con una domanda, censita nel 2005, di 30.000 alloggi popolari. Inoltre il programma appena approvato non utilizza ancora, come sarebbe necessario, un flusso di finanziamenti certo e costante (la Gescal è stata spenta nel 98); al momento è finanziato solo il primo biennio.

Per quanto riguarda Asti, considerando l'anno appena trascorso, l'assegnazione di 35 alloggi popolari si è confrontata con un bisogno abitativo, censito dalle graduatorie dei bandi Atc e dell'emergenza abitativa, di circa 900 famiglie. Nella nostra città inoltre, per tutto il 2007 non ci sarà la disponibilità di un solo alloggio popolare !

In conclusione, il “Programma Casa” della Regione Piemonte è certamente un buon risultato della coalizione al governo regionale, perché apre una prospettiva, finanzia progetti già pronti da tempo, alcuni della ATC di Asti, ma non possono esserne sottaciuti i limiti e soprattutto non può essere usato, nei confronti della giunta comunale in carica, come il paravento di discutibili scelte urbanistiche e di una politica della casa popolare che non è ancora uscita da una miserevole filantropia.

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