Mentre il mercato dimostra di non saper rispondere ai bisogni della maggioranza dei cittadini, escludendone da sé un numero sempre maggiore (non i ricchi, che continuano ad acquistare quello che vogliono), i nostri amministratori, Sindaco e Assessore Verrua in primis, continuano a proporre ricette mercantili per affrontare problemi sociali. Questa volta si tratta dell'Agenzia C.A.S.A. (Comune di Asti Servizi per l'Abitazione). Per ora solo un acronimo, che si replica in tutto lo spazio urbano, affacciando da giganteschi manifesti l'idea che in città il diritto alla casa sarà finalmente tutelato. Invece no, sarà bene sottrarsi a questo inganno.
Una sontuosa Guida distribuita dal Comune e redatta con un linguaggio un po' barbarico, avverte che questa Agenzia è rivolta ai “nuclei familiari solvibili che non abbiano mai ricevuto uno sfratto esecutivo per morosità”, dunque i cittadini non ancora esclusi dal mercato, quelli che possono ancora pagare il canone concordato. Ma favorirà soprattutto gli immobiliaristi, la cui ingordigia di rendita sarà ancora soddisfatta, questa volta con denaro pubblico.
In quanto ai cittadini già fuori mercato, quelli che, scimmiottando la sontuosa Guida del Comune, potremmo definire “qui non habet in aere, luat in corpore”, chi non ha denaro, paghi con il corpo” , quelli continueranno ad aumentare. Gli sfratti per morosità costituiscono ormai in Piemonte l'86% del totale degli sfratti e le stime sugli accessi al prossimo bando atc di Asti (700/800 aspiranti assegnatari), confermano questa tendenza.
Intanto le tutele di legge degli inquilini (Contributo di sostegno alle locazioni, Fondo Sociale), poco finanziate e affogate in migliaia di richieste di accesso, sono ridotte al lumicino e la disponibilità di nuovi alloggi popolari, per il biennio del bando che sarà aperto il 3 marzo, è ridotta a zero.
Insomma non sarà l'Agenzia a ridurre il fabbisogno abitativo insoddisfatto.
Quali contratti si potranno sottoscrivere in Agenzia ? Quelli previsti dalla legge 431/98, In particolare quelli a “canone calmierato”, con relativi abbattimenti di imposta a favore di proprietari ed inquilini e con i canoni prescritti da un accordo sindacale provinciale, variabili tra 170 e 600 euro/mese, in relazione alla zona urbana e alle caratteristiche dell'alloggio.
Si tratta dello stesso tipo di contratto che i proprietari hanno finora concesso con il contagocce, preferendogli, a danno degli inquilini, quello “libero”; lo stesso tipo di contratto che, nelle previsioni del legislatore, avrebbe dovuto calmierare il mercato delle locazioni e moderare in qualche modo gli effetti socialmente regressivi dell'abolizione dell'equo canone.
Dal 98 a questa parte, il numero dei contratti a “canone calmierato” non è mai stato superiore al 3-4 % del totale dei contratti di locazione sottoscritti. Smentite in questo modo le previsioni del legislatore, che cosa dovrebbe indurre i proprietari a cambiare atteggiamento ? La risposta è contenuta nella sontuosa Guida distribuita dal Comune. Gli inquilini riceveranno, oltre gli abbattimenti di imposta di legge, un modesto contributo una tantum, mentre i proprietari potranno selezionarsi gli inquilini (dalla lista degli aspiranti tali), saranno risarciti degli eventuali danni all'alloggio e da eventuali morosità, fino a 12 mesi.
Ma c'è un'altra ragione, non meno incentivante e di cui la sontuosa Guida non parla, che indurrà i proprietari a mettere a disposizione dell'Agenzia i loro alloggi. Dopo anni di forsennata attività costruttiva, e di cementificazione del territorio, al servizio della speculazione finanziaria, senza nesso alcuno con i reali bisogni abitativi dei cittadini, la crisi ha mutato radicalmente gli scenari del mercato immobiliare. Adesso migliaia di alloggi vuoti rischiano di restare invenduti e esclusi dal mercato delle locazioni: la famosa “bolla immobiliare” rischia di scoppiare.
La presenza del Presidente degli Agenti Immobiliari (Enrico Fenoglio), nelle riunioni di lancio dell'Agenzia CASA, promosse dal Sindaco e dall'Assessore Verrua, non era dunque casuale. La domanda a questo punto diventa retorica: perché il Comune, che pure ne ha facoltà, non ha co-finanziato, con la Regione (che lo ha finanziato finora), il “contributo di sostegno alle locazioni”, invece di finanziare l'Agenzia ?
Il portavoce del Coordinamento Asti-Est Carlo Sottile
Asti 27/02/09