giovedì 25 aprile 2013

Si può, si deve


Si può, si deve
tutelare l'ambiente e al tempo stesso riconoscere l'esistenza di un vecchio utile mestiere, il commerciante itinerante di materiali ferrosi. Non siamo una categoria sociologica in via di estinzione. Siamo delle famiglie, di persone in carne ed ossa che per anni hanno campato commerciando materiali ferrosi. Non ci siamo arricchiti, ma da quando è in vigore il TU delle leggi di utela ambientale, siamo il facile bersaglio di autorità di polizia che ci denunciano per gestione non autorizzata dei rifiuti, ci sequestrano gli automezzi, e da ultimo ci fermano del tutto l'attività minacciando i gestori dei centri di recupero di denuncia per ricettazione o per accettazione di rifiuti da soggetti non abilitati. 

 
Come è potuto avvenire tutto ciò ?
Come è possibile che il testo unico ci escluda dai suoi obblighi (nell'ormai famoso art. 266) e al tempo stesso venga usato per reprimere la nostra tradizionale attività ? Semplicemente cancellando la nostra categoria o, che è lo stesso (perché la tracciabilità di ciò che trasportiamo non potremo mai, per ovvie ragioni, documentarla), imponendoci l'obbligo di essere iscritti all'albo dei gestori ambientali.
Va detto che questo dispositivo infernale non funziona su tutto il territorio nazionale. In molte zone e città del Paese noi continuiamo ad essere quelli che commerciano materiali ferrosi in modo itinerante, i centri di raccolta ci aprono le porte, le autorità di polizia non hanno cessato di perseguire i ladri di rame o i trasportatori di materiali pericolosi.
Va detto che questo dispositivo infermale è stato smontato da molti giudici di Cassazione e molti esperti, giudici e ambientalisti, ne hanno colto l'incongruenza, sia morale che sociale. Non si tutela l'ambiente, e meno che mai si difendono i diritti della persona, reprimendo chi sta in basso di un sistema sociale dominato dai valori mercantili. Insomma padron Riva inquina una città e il territorio circostante, mette a repentaglio il lavoro di migliaia di cittadini e la fa franca. Invece Alberto o Gaetano che trasporta un frigorifero raccolto in una cascina, vien denunciato per trasporto di materiali pericolosi e deve rinunciare al sogno di 50 euro, più o meno il suo reddito giornaliero.
Si può, si deve
tutelare l'ambiente e al tempo stesso riconoscere l'esistenza di un vecchio utile mestiere, il commerciante itinerante di materiali ferrosi. Come ? Con questi requisiti:
  • Essere residenti nel territorio della città di Asti;
  • Avere i requisiti morali previsti dall’art. 5, del D.Lgs. 114/1998;
  • Avere la disponibilità di un automezzo cassonato/furgonato con portata non superiore a 35 quintali a pieno carico, liberato da tutti gli obblighi di legge previsti;
  • Aver provveduto all’apertura della partita IVA e all’iscrizione al Registro degli Esercenti il Commercio presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Asti;
  • Essere iscritto ad un registro cittadino dei dei commercianti ambulanti di rifiuti metallici, carta, plastica e legno e ad aver assolto all'obbligo annuale della reiscrizione e dunque della verifica dei requisiti.
Il possesso di questi requisiti ci accrediterà a ricevere un documento di riconoscimento contenente: il nome e cognome del titolare, il luogo e la data di nascita, una foto formato tessera vidimata, e il numero d’ordine, la vidimazione della Amministrazione attestante il rinnovo annuale, gli elenchi in codice dei materiali autorizzati al trasporto e dei materiali di cui è escluso il trasporto. I ferraiuoli di Asti

Nessun commento:

Posta un commento

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...