L'incontro non ha
registrato niente di nuovo, salvo il fatto che la presenza del
sindaco, della presidente del Consiglio Comunale e di alcuni
capogruppo, ha confermato una disposizione all'ascolto che le
famiglie e l'associazione avevamo già avuto occasione di apprezzare.
Da parte nostra sono
state ripresentate le ragioni e la storia delle tre occupazioni, il
valore politico e sociale che attribuiamo a quelle, il loro senso nel
nostro universo di discorso.
Attraverso quelle
ragioni abbiamo puntualizzato i principali problemi da affrontare,
quello abitativo essendo il diritto all'abitare sempre più negato e
quello dell'uso degli stabili occupati, essendo il diritto di
proprietà, così come è esercitato oggi, in un mercato dominato
dalla finanza, di ostacolo ad un uso sociale degli edifici.
E' stata condivisa
l'analisi del contesto in cui questi problemi hanno origine, dunque
il loro carattere sociale, dunque i nessi con la crisi più generale
delle società dell'occidente capitalistico e con le politiche
economiche imposte dalla troika e con le conseguenti limitazioni di
sovranità degli stati nazionali e ancor più degli enti locali.
Sul che fare, come
fare e con chi, gli orientamento della nostra parte e quello
dominante delle rappresentanze istituzionali, ovviamente non
collimano. Questi ultimi messi alle strette del dover fare qualcosa e
presto, rimarcano una differenza di ruoli, loro al di sopra,
interpreti di un sedicente interesse generale di cui non c'è traccia
nelle vicende più o meno recenti delle amministrazioni pubbliche,
dunque costretti ad assumere e riassumere in modo notarile i vincoli
e le limitazioni annotate nell'analisi di cui si è detto.
Da parte nostra è
stato ribadito che, data la situazione, sarà necessario, prima o
poi, ricondurre la proprietà privata al suo valore sociale (di cui
agli articoli 41,42 e 43 della Costituzione), con azioni conseguenti,
la requisizione definitiva o temporanea, l'esproprio, come ha deciso
il governo della Andalusia, verso le banche proprietarie di alloggi
concessi in mutuo. Da parte delle rappresentanze istituzionali,
confidando che quel momento non venga mai, si oppongono soluzioni più
rispettose degli equilibri ancora dominanti. Le soluzioni annunciate
sono apprezzabili, il passaggio di proprietà dal Ministero al
Comune per lo stabile di via Allende e un progetto di ousing sociale
per l'edificio di strada volta, ma sono ancora in fase istruttoria,
pur avendo avuto alcune conferme positive.
Da parte nostra è
stato ribadito che il diritto all'abitare non è negoziabile è in
conformità con quanto affermato dall'art. 3 della Costituzione, in
particolare il comma 2, nei procedimenti di sfratto per morosità
incolpevole deve essere garantito il passaggio da casa a casa. I
provvedimenti annunciati e in fase di attuazione a cui l'assessorato
affida la tutela del diritto all'abitare, apprezzabili anche questi,
sono però visibilmente inadeguati a contenere nel medio perido un
bisogno abitativo sempre più insoddisfatto.
A meno di una
imprevedibile soluzione della crisi, si dovrà uscire dalla ordinaria
amministrazione, si dovranno rompere ancora i vincoli di ordine
pratico e giuridico imposti da una almeno trentennale cultura e
politica neo-liberale. rimettano i problemi nelle mani dei cittadini,
nelle forme di democrazia partecipata e, da subito, valorizzino le
esperienze che hanno già tradotto nei fatti questo orientamento.
Solo in queste esperienze infatti si sono costruiti soggetti
collettivi in grado di assumere su di se i compiti e le
responsabilità di un radicale cambiamento di rotta. Da questo punto
di vista, le cautele, le incertezze e probabilmente anche i dissensi
che accompagnano l'atteggiamento dialogante della amministrazione,
del Sindaco e dall'assessore alle politiche sociali, trasformeranno
il dialogo in un dispositivo di assoggettamento allo statu quo.
Nella serata lo
studioso di diritto Ugo Mattei ha fatto la presentazione del suo
ultimo libro “La controriforma”. Si tratta di una riletura del
testo della Costituzione del 48 in cui si riconoscono sia le tracce
del costituzionalismo borghese, sia quelle fortemente caratterizzanti
del riformismo storico. Non solo il diritto di proprietà in capo al
cittadino singolo ma anche i valori dell'uguaglianza e della
giustizia sociale in capo alla comunità dei cittadini, proprietari e
non proprietari. Insomma una Costituzione in cui i diritti del
cittadino, proprietario e non proprietario, vengono prima, anche
nell'economia del testo, del diritto di proprietà e l'esercizio di
questo diritto non può confliggere con i i diritti fondamentali dei
cittadini. Questa limitazione si deve riconoscere anche nell'uso del
bene di proprietà, nel senso il bene non può essere consegnato al
suo proprietario in disponibilità assoluta.
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