mercoledì 15 dicembre 2010

COMUNICAZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE


 (Luca Squilia, Coordinamento Asti-Est)
Sulla facciata dei vecchi uffici asl occupati mercoledì’ mattina è stato messo uno striscione su cui è scritto “ se voi ve ne fregate noi ce ne occupiamo “ questo slogan è tristemente vero .
Come associazione ci siamo trovati in quest’ultimo anno e mezzo nell’impossibilità di dare alle famiglie che si sono affacciate al nostro sportello delle soluzioni al loro problema abitativo. Per una associazione che ha un ruolo ben preciso, cioè’ quello di concorrere con gli enti pubblici a rimuovere le cause della emarginazione e della devianza, è frustrante, e questo a causa della mancanza di dialogo con le istituzioni cittadine. Cosi’ ci siamo trovati per forza di cose a dare noi delle soluzioni e ecco quindi le due occupazioni. Due gesti sicuramente forti, ma non sono stati fatti con leggerezza ma con un grande senso di responsabilità. E' ovvio che questi atti mettono in gioco le persone e soprattutto la responsabilità in primis delle famiglie che si trovano attualmente ad autogestire un bene pubblico come la palazzina di via Allende e lo stabile di via Orfanotrofio. Le difficoltà quindi ci sono come è naturale quando si mettono in relazione persone diverse. Comunque sui due stabili ci sono già due progetti resi pubblici in più occasioni. Quello di via Allende fatto e agito ormai da nove mesi.
Il momento è particolare. La crisi iniziata nel 2008 si è inasprita nel 2009 e proprio adesso mostra la sua parte peggiore, soprattutto per chi ha bisogno di un lavoro quindi di assicurarsi un reddito adeguato per soddisfare senza difficoltà almeno i bisogni primari, e per esercitare i diritti costituzionali, come quello che come associazione difendiamo da 15 anni ovvero del diritto alla casa. Quindi la parola crisi non è uno slogan usato per riempire le piazze ma è una dura realtà.
Il compito di un’amministrazione pubblica dovrebbe essere quello di trovare delle soluzioni, che in questo momento di crisi sociale non possono che essere straordinarie. Con il solito tran tran non si va da nessuna parte anzi, si peggiorano i danni. Così è, se si continua a non vedere la realtà delle cose e viene lasciata alla intraprendenza dei singoli la ricerca di una via d'uscita. Non tutto è nella responsabilità e nel campo d'azione delle persone singole, meno che mai le cause della presente crisi sociale. E si vede, c'è chi ci guadagna e si arricchisce.
Il percorso della nostra associazione e stato molto chiaro e reso pubblico e trasparente attraverso i tanti articoli usciti sui giornali dal marzo del 2009 a oggi. C’è stata tutta una fase, fino alla fine del 2009, in cui si è cercato un dialogo con le istituzioni , da parte nostra una pressante richiesta di dialogo. Le famiglie minacciate da sfratti esecutivi e senza alternativa abitativa erano in numero sempre maggiore. Abbiamo richiesto il ripristino del tavolo delle emergenze almeno per rendere più trasparente il modo per gestirle, ma anche per avere un quadro chiaro di cosa stava succedendo in città, quale era il bisogno reale. Insomma abbiamo chiesto una seria istruttoria del problema per poterlo affrontare con serietà.
Il tavolo è stato convocato con molta difficoltà ma ha avuto vita breve. Le nuove regole sono rimaste alla commissione consiliare che le ha formulate, la prossima convocazione la aspettiamo ancora da otto mesi. D'altra parte l'assessore è stato sempre molto chiaro: le soluzioni non ci sono e non c’è possibilità di attivare nessuna politica virtuosa sul problema casa; le famiglie si devono aggiustare o rassegnarsi ad essere ospitate, divise, nelle comunità e nel dormitorio.
Essendo questa la risposta dell’assessore, con il 2009 si è chiuso il nostro rapporto con lui. Con il 2010 la situazione non è di certo migliorata anzi, si è aggravata e le famiglie continuano ad arrivare numerose allo sportello della nostra associazione. In questo contesto le uniche istituzioni che hanno mostrato sensibilità verso questo grave problema ed hanno costantemente agito per evitare che fosse ridotto a problema di ordine pubblico, sono state la Prefettura e la Questura. La Prefettura ha aperto recentemente un tavolo di confronto con associazioni ed enti per formulare un progetto di tutela delle famiglie colpite da sfratto esecutivo. L'assessore ai Servizi Sociali era assente.
Ora, siamo presenti qui in Consiglio per denunciare la gestione fallimentare dell'assessorato ai Servizi Sociali, sperando che Babbo Natale ci porti le dimissioni dell'assessore. Ma siamo qui soprattutto per chiedere che non si tagli il bilancio, già povero, dei Servizi Sociali. Purtroppo gli annunci che ci sono arrivati parlano di un taglio delle spese sociali, di una drastica riduzione della spesa per la mensa, le borse lavoro e i doposcuola. In più verrebbe chiuso anche il dormitorio comunale, mentre per accedere ai centri di accoglienza è necessario fare la coda. Ad una famiglia minacciata di sfratto l'assessore ha proposto il domicilio per il solo bambino. Irricevibile.
Se così sarà, moltiplicheremo le nostre azioni di difesa del diritto all'abitare, comprese quelle che ci obbligano a disobbedire alle leggi, quando queste vengono usate contro la libertà e la dignità delle persone e delle famiglie. Siamo noi che dichiariamo illegittima la povertà. Siamo noi che dichiariamo illegittimo il mercato speculativo che dissemina la città di alloggi vuoti e di edifici lasciati all'incuria in attesa di “valorizzazione”. Come in via Allende, come in via Orfanotrofio, come in decine di altri luoghi della città. Mentre le famiglie con problemi abitativi in città sono una ogni trentacinque, e non a caso sono quelle con redditi modesti o precari.
Ecco allora per concludere delle richieste :
  • Chiediamo che vengano normalizzate le due occupazioni, di via Allende e di via Orfanotrofio, tutelando il diritto all'abitare degli occupanti e mantenendo la proprietà pubblica degli edifici;
  • Chiediamo altri interventi (clausole sociali nelle convenzioni, requisizione degli alloggi sfitti delle immobiliari) che accrescano la disponibilità di alloggi di proprietà pubblica per far fronte all'emergenza abitativa e dare una migliore prospettiva alle famiglie che attendono un alloggio popolare in inesauribili graduatorie atc;
  • Chiediamo che l'emergenza sia affrontata con strumenti adeguati , con il ripristino del tavolo delle emergenza e la messa in rete delle associazioni e degli enti che hanno già dato prova di saper affrontare questo problema sociale;
  • Per lo stabile di via Orfanotrofio in particolare, chiediamo che siano confermate le regole di autogestione che l'associazione e le famiglie si sono già date in via Allende e chiediamo che si concordi l'allacciamento delle utenze per mettere fine a condizioni ambientali insostenibili per le famiglie (senza acqua, luce, riscaldamento). Tutto ciò valorizzando la disponibilità del direttore generale dell'asl per un utilizzo sociale di quell'edificio, per esempio farne un centro di accoglienza per famiglie.

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