domenica 5 ottobre 2008

IL PROBLEMA DELLA CASA


Il Coordinamento Asti-Est è una associazione di volontariato che si occupa del problema della casa da 14 anni. In questi 14 anni il problema è diventato “sociale” perché è subito da centinaia di migliaia di famiglie e perché intreccia altri problemi sociali, per primi quello del reddito e quello dell'accesso al mercato immobiliare. Le istruttorie su questo problema non si contano più, agenzie pubbliche e private, associazioni e sindacati hanno fornito valanghe di dati, una infinità di analisi, insomma il problema è sociale, esiste davvero ed è gravissimo.
Ci troviamo di fronte ad un primo paradosso, alla denuncia non seguono mai fatti coerenti e i fatti che accadono vanno sempre in una sola direzione: consegnare il bisogno abitativo al mercato immobiliare. Questa consegna ha una lunga storia che passa attraverso provvedimenti legislativi di governi e amministrazioni pubbliche di diverso colore politico. Prima l'azzeramento del contributo gescal tra il 96 e il 98, poi l'abolizione dell'equo canone nel 98, poi la vendita del patrimonio edilizio pubblico e adesso ancora vendite di case popolari e regali alle immobiliari affinché mettano sul mercato abitazioni a “canone sociale”.
I risultati quali sono: 600 mila famiglie sul territorio nazionale che attendono un alloggio popolare, 600 ad asti in inesauribili graduatorie dell'atc, avendo alle spalle e in prospettiva un 7 % di domande accolte. Nel biennio 2004/2006 le domande accolte ad Asti non hanno raggiunto il 5 % del totale delle domande in graduatoria.
Per quanto riguarda il totale delle famiglie in affitto, che ad Asti sono il 23 % del totale delle famiglie residenti, la situazione non è certo migliore. La principale tutela di legge, il “contributo alla locazione”, non ha mai coperto più del 30 % del costo annuo della locazione, con risultati spesso miserabili. Ad Asti ci sono famiglie che hanno ricevuto il 3 % del costo annuo della locazione. Gli sfratti per morosità hanno superato di gran lunga gli sfratti per finita locazione. Nell'imminente sblocco degli sfratti saranno coinvolte più di 100 famiglie che già si trovavano in condizioni di bisogno estreme (redditi precari, anziani, handicap). Insomma c'è un bisogno abitativo insoddisfatto in continua crescita.
Un altro paradosso che ci troviamo di fronte è un mercato immobiliare in continua espansione, basta fare un giro nelle periferie per vedere che i pecli spuntano come funghi. Un mercato che risulta sempre più inaccessibile alle famiglie con redditi modesti o precari. Negli ultimi anni i canoni di locazione sono aumentati dell'85 o del 100 e più % e le agenzie immobiliari chiedono per la firma di un contratto di locazione, un contratto di lavoro a tempo indeterminato e 4 mensilità di canone anticipate. Insomma un mercato immobiliare escludente per migliaia di famiglie, speculativo e divoratore di territorio.
Un terzo paradosso è la scarsa consapevolezza del problema da parte delle stesse famiglie che ne subiscono le peggiori conseguneze, o peggio una percezione assolutamente alterata del problema. E' un esito che produce passività sociale o l'affannosa ricerca del santo in paradiso, tutto il contrario di un conflitto organizzato, di una azione collettiva che non sia di semplice difesa. E' lo stesso assessorato che asseconda questo esito con interventi filantropici o di clientela e con l'idea che se uno è povero è colpa sua, quindi deve innanzi tutto arrangiarsi.
Un assessorato che non rende pubblica nessuna seria inchiesta sul bisogno abitativo; che ha abolito l'unica occasione pubblica, il tavolo delle emergenze, dove enti e associazioni potevano almeno farsi le idee più chiare, promuovere la partecipazione e la responsabilità dei cittadini; che ha iniziato a sfrattare dalle case popolari confondendo l'impunità con il disagio sociale, che ha la passione per la proprietà assai più che per il diritto .
Che fare ? L'associazione è impegnata in due compiti. Fare tutto ciò che è necessario affinché cresca tra i cittadini, in primo luogo quelli che si affacciano al suo sportello, la consapevolezza del problema. Il secondo compito, quello più difficile perché si tratta di mettere in gioco anche i corpi, è il contrasto degli sfratti che si ritengono una ingiustizia e l'organizzazione di azioni pubbliche, come l'occupazione di alloggi sfitti delle immobiliari, che siano una risposta vera al problema oltre che la rottura di un indecente discorso fatto solo di parole.
Asti 3 ottobre 2008 Coordinamento Asti-Est

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