sabato 4 ottobre 2008
DITO MEDIO IN SU'
Il nostro assessore ai Servizi Sociali confonde l'impunità con il disagio sociale estremo ed immagina un uso parcheggio degli alloggi popolari come se le pessime condizioni economico-sociali degli assegnatari e degli aspiranti assegnatari fossero transitorie.
Il risultato di questa visione distorta dei fatti, sorretta dall'idea che se uno è povero è colpa sua, è un peggioramento del danno che già subiscono persone e famiglie costrette ad affrontare le asprezze di una condizione economica modesta se non precaria.
Le tutele di legge (Contributo affitto, Fondo Sociale), non finanziate, risultano inefficaci, in più questo assessore le considera un azzardo morale da elargire solo se il richiedente mostra di aver rinunciato al diritto di una dignitosa sopravvivenza e al dovere di ribellarsi se si considera vittima di una ingiustizia.
La mobilitazione dei costruttori, dei mobiliaristi, dei proprietari delle aree urbane, delle fondazioni affinché con uno slancio di moralismo civico (o di investimento etico) rinunciassero provvisoriamente a canoni di locazione speculativi e offrissero qualche abitazione a canone sociale, annunciata dall'assessore al momento dell'insediamento si è rivelata un totale bluff. A conferma di una situazione nazionale dove il 75% delle 4,3 milioni di famiglie che si rivolgono al mercato dell'affitto, vive con meno di 20 mila l'euro l'anno (ISTAT 2005), dove gli affitti sono aumentati negli ultimi anni dell 85% (anci cresme 2006), nell'unico paese dell'Ue insieme alla Grecia che non ha nessuna forma di reddito minimo garantito e dove la media del patrimonio abitativo pubblico rispetto al totale del patrimonio abitativo è del 4%, essendo del 20 % la media europea.
Invece la persecuzione, al limite della denuncia, degli inquilini dell'atc morosi si è fatta pesantissima con procedure di sgombero avviate ed usate come ricatto per ottenere, comunque e in qualunque circostanza, il rientro dalla morosità. Vengono imposti “piani di rientro” insostenibili da cui molti escono facendo altri debiti con amici, parenti o banche. Ormai le tutele di legge (iscrizione al fondo sociale e dichiarazione di morosità non colpevole) vengono date non in relazione al bisogno dell'inquilino ma in relazione alle risorse economiche dell'assessorato (sempre più scarse e proporzionalmente sempre maggiore la discrezionalità dell'assessore).
Così le famiglie in reale difficoltà economica, rischiano di essere sgombrate da una casa popolare, senza avere una alternativa abitativa.
Sospendere le procedure di sfratto degli inquilini delle case popolari
Fare “piani di rientro” sostenibili
Requisire gli alloggi sfitti delle immobiliari
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