domenica 16 novembre 2014

LA CORRUZIONE ALL'ATC. E LE RESPONSABILITÀ POLITICHE ?


In città le solidarietà parentali e amicali non riescono a far argine al fiume degli sfratti. Centinaia di famiglie affollano le inesauribili graduatorie dell'emergenza e del bando per l'assegnazione delle casa popolari. Neppure l'assessorato ai Servizi Sociali è in grado di mettere in campo azioni risolutive, per ammissione dello stesso assessore.
Questo è il contesto della azione giudiziaria di cui è protagonista negativo l'ex direttore dell'Atc. Conviene non dimenticarlo. Per questo l'esito processuale che si annuncia con il patteggiamento, può deludere le aspettative di molti cittadini. In primo luogo quelle dei millenovecento assegnatari di una casa popolare, che scoprono adesso di aver dovuto pagare le spese di un corrotto.
Un esito caldeggiato dalla Procura certamente non in nostro nome. Non solo perché l'ex direttore sconterebbe una pena poco più che simbolica e la restituzione del maltolto sarebbe assai lontana dalla misura auspicabile. Questo esito metterebbe una pietra tombale sulle assai probabili responsabilità penali degli altri amministratori e favorirebbe la rimozione delle responsabilità politiche di questi ultimi.
La rimozione è già in corso. Nessun consigliere di amministrazione dell'Atc si è dimesso, nessuno in Regione, che pure ne aveva titolo in forza di legge, ha provveduto a dimettere un consiglio di amministrazione così distratto dai suoi compiti, da non accorgersi che l'azione fraudolenta del suo più importante componente durava dal 2004. Un tempo di malgoverno così lungo impone di mettere in discussione il ruolo stesso delle Atc, così come si è configurato negli ultimi vent'anni.
Ce chi intende sottrarsi a questa discussione si rifugia nelle more della ristrutturazione delle Agenzie Territoriali per la Casa che è in corso in tutto il Piemonte. Dovrà essere rinnovato il consiglio, viene detto, non c'è nessuna fretta. Una questione che in questa sede viene usata strumentalmente ma che dovrà pure essere esaminata con cura perché sembrerebbe mettere il suggello a quel mutamento di ruolo dell'Agenzia in cui è maturata la corruzione dell'ex direttore.

Una ristrutturazione ignota ai più, in primo luogo agli assegnatari, il cui ruolo è stato ridotto a quello di inquilini inconsapevoli di condomini male amministrati. Ignota agli amministratori degli stessi condomini. Ignota ai sindacati degli inquilini.
Il Coordinamento Asti-Est, come è noto, si è costituito parte civile. Ha espresso il suo giudizio critico verso un dispositivo i cui esiti annunciati sono tutt'altro che virtuosi di cui sono interamente responsabili gli avvocati, i giudici, il procuratore della Repubblica. In quanto alle responsabilità politiche, che molti vorrebbero rimuovere, deve essere chiaro che il Coordinamento Asti-Est non ha nessuna intenzione di recedere. Devono essere scoperte. Se è la macchina che non funziona, si deve cambiare la macchina.
Le domande a cui rispondere sono semplici e sono legate l'una all'altra. Cosa hanno fatto questi amministratori, per rispondere al bisogno abitativo dei loro cittadini. Perché il ruolo sociale dell'Atc è ormai residuale. Perché il governo vuole renderlo ancora più residuale sollecitando la vendita all'asta degli alloggi popolari. Quali sono gli interessi che vengono tutelati con questo orientamento.
Rispondendo a queste domande forse si comincerà a capire perché negli enti pubblici, Atc comprese, la corruzione sembra non avere argini.


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