venerdì 9 marzo 2012

CONTRODICHIARAZIONI


Le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal signor Verrua al periodico la Provincia passerebbero inosservate per la loro vacuità, se non fosse che a pronunciarle è un amministratore della nostra città, in campagna elettorale e su un tema di grande rilevanza sociale. Il tema è quello del diritto all'abitare, del reale esercizio di quel diritto da parte delle famiglie, della politica dell'abitare e dei suoi strumenti.

La tesi del signor Verrua è la seguente. Non esiste emergenza abitativa in città, solo i “finti poveri” la promuovono, con atti illegali, le occupazioni. Tali atti vanno repressi, e non si capisce perchè le istituzioni preposte esitano a farlo, ancor più se si tratta di stranieri, con l'auto e l'antenna parabolica, disoccupati e senza casa e dunque in possesso di un permesso di soggiorno ottenuto in modo fraudolento.
Il fatto che questa tesi venga ripetuta all'infinito e che su di essa non abbiano lasciato traccia gli argomenti di chi sostiene il contrario – associazioni, sindacati e Prefettura - non ne conferma certo la validità. Anzi, vien voglia di lasciar perdere perché la vacuità, la testardaggine e il moralismo da quattro soldi non valgono davvero un confronto.
Rimane il dubbio che che questa tesi trovi ascolto, in periodo elettorale, presso la parte meno informata dei cittadini. Oppure, che sia rivolta ai cittadini che subiscono in silenzio l'emergenza abitativa, condividendo più o meno consapevolmente lo spirito corrotto del tempo (ognuno per sé e dio per tutti) e gli argomenti xenofobi del signor Verrua.
Riassumiamo allora le cifre e le cause dell'emergenza. Di queste ultime c'è piena la cronaca e i report delle varie agenzia pubbliche e private che si occupano del problema. L'istat, Federcasa, il Censis e poi i sindacati, la Caritas e molte altre, che evidentemente pubblicano senza avvertire il signor Verrua. Innanzi tutto la precarietà dei redditi, sempre più diffusa, che esclude dal mercato delle locazioni le famiglie che la subiscono (nessun proprietario affitta se l'aspirante inquilino non presenta un reddito certo e una assicurazione). Poi, sempre tra le cause, la residualità della quota di edilizia residenziale pubblica sul totale della edilizia residenziale (4,5 % Italia, 15 % media EU con punte del 30 %); gli atti dei legislatori che hanno creduto nelle virtù del mercato, l'abolizione della Gescal nel 1997, che ha messo fine ad una politca nazionale per la casa, l'abolizione dell'equo canone nel 1998, che ha tolto ogni proporzione tra reddito dell'inquilino e canone di affitto, infine dal 2001 l'ondata di privatizzazioni, la cartolarizzazione a perdere del patrimonio di edilizia residenziale degli enti pubblici (inpdap, ecc), che ha fatto esplodere un mercato immobiliare speculativo; gli esiti di tale mercato vale a dire i territori e le città disseminati di edifici “in attesa di valorizzazione” e di alloggi vuoti (5,2 milioni nel 2009, in Italia secondo una inchiesta di legambiente, ad Asti più di 2000).
La legge 431/98, con il contratto di locazione “convenzionato”, avrebbe dovuto calmierare gli effetti negativi dell'abolizione dell'equo canone. Le cose sono andate diversamente. Già le Agenzie delle entrate del Piemonte avevano segnalato che in Regione, nel 2006, la percentuale dei contratti “convenzionati” sul totale dei contratti di locazione sottoscritti non aveva superato l'8 %. Successivamente la Confindustria in un suo documento del 2009 segnalava che quella percentuale non aveva raggiunto il 10 % su tutto il territorio nazionale.
In quanto alle cifre dell'emergenza abitativa in città è sufficiente aggiungerne alcune a quelle, le uniche, che il signor Verrua comunica per dimostrare che non da la casa popolare agli stranieri.
Dunque, nel biennio appena trascorso, 2010/2011, sono stati assegnati 86 alloggi popolari. Poiché gli aspiranti assegnatari nella graduatoria atc ancora in vigore sono 630, il tasso di assegnazione è del 13 % circa, appena superiore del tasso nazionale (9 %). Dal 2005 al 2012 l'atc ha consegnato al comune 33 alloggi di nuova costruzione. Con graduatorie biennali che hanno oscillato tra i 600 e 700 aspiranti assegnatari risulta evidente la dimensione, socialmente insostenibile, del bisogno abitativo insoddisfatto. 24 alloggi di nuova costruzione, annunciati dall'atc per dicembre 2011, ad oggi non si sono ancora visti.
Nel Paese, dati Anci, nel 2009 c'erano già 650.000 famiglie nella vana attesa di un alloggio popolare. C'è dunque una fascia sempre più ampia di cittadini che subiscono condizioni abitative insostenibili (coabitazioni, sovraffollamenti, abitazioni improprie) e/o non reggono il differenziale tra redditi e canoni di locazione, entro cui è esplosa l'emergenza sfratti.
I provvedimenti di sfratto emessi a Torino e provincia sono quasi raddoppiati in tre anni, passando dai 1.595 del 2007 ai 3.010 del 2010, con una crescita di 700 casi solo nell'ultimo anno (dati del Ministero degli Interni). Il 92 per cento di questi è dovuto alla morosità (il restante è per finita locazione), una quota che per altro va crescendo gradualmente. Sono stati 65.489 gli sfratti in Italia nel 2010. Con un aumento del 6,5% rispetto al 2009 e del 66% nell’ultimo decennio. La maggior parte per morosità. Le Regioni con il più alto numero di provvedimenti emessi sono: Lombardia (21,2%), Lazio (11,5%), Emilia-Romagna (10,8%) e Piemonte (9%). E’ quanto emerge da uno studio SUNIA-CGIIL sui dati del Ministero dell’interno.
Il signor Verrua, consapevole di tutto questo, confermando l'ingiustizia di tutto questo, ha annunciato che con il prossimo bando, il 25 % degli alloggi disponibili sarò assegnato agli astigiani doc (20 anni di residenza). Sarà dunque possibile che una persona/famiglia, residente da più di 20 anni, inserita in graduatoria con 2 punti, possa precedere nell'assegnazione di una casa popolare una persona/famiglia, residente con meno di 20 anni, inserita nella stessa graduatoria con 12 o 14 punti. Alla faccia dell'ordine della graduatoria !
E' in questo contesto che sono avvenute, accompagnate dall'Associazione Coordinamento Asti-Est, le due “occupazioni” di via Allende (un edificio residenziale di proprietà pubblica vuoto e abbandonato all'incuria da 7 anni) e di via Orfanotrofio (un edificio di proprietà pubblica vuoto e “in attesa di valorizzazione”), come atti necessitati (riconosciuti così dal giudice che ha processato il reato di occupazione) di diciassette famiglie che non hanno voluto perdere con la casa anche la loro dignità. Tutte hanno i requisiti per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica. Il signor Verrua ne dubita e ha fatto notare che tra queste c'è una famiglia che ha avuto nel 2010, 17800 euro di reddito lordo. E' vero, si tratta di un muratore, con moglie e tre figli, con 7 punti in graduatoria atc. Quel reddito, tradotto in isee, vale a dire in una cifra che descrive la condizione economica della famiglia, fornisce la cifra di 6000 euro/anno. Un muratore con una vita da nababbo !!
Le occupazioni non sono “atti illegali” o “zone franche” come afferma il signor Verrua. Sono atti di disobbedienza civile, perché non tutto ciò che è legale è giusto. Sono atti di pubblica assunzione di responsabilità, al prezzo di denunce e processi. Sono soprattutto progetti di uso sociale di edifici altrimenti consegnali alla speculazione immobiliare (in via Orfanotrofio si fanno attività ludiche, espressive e di studio). Sono progetti di residenzialità in progress da anni (due in via Allende, uno in via Orfanotrofio), dove si sono ricostruiti e protetti i legami primari e sociali delle famiglie (i trentun bambini a scuola e all'asilo, le famiglie raccolte attorno ad un tavolo, gli adulti liberi di esercitare i loro diritti/doveri), quelli che l'art.3 della Costituzione impone di tutelare. Sono progetti che prefigurano attraverso regole condivise, il risultato che l'Associazione e le famiglie auspicano, vale a dire il passaggio del possesso di edifici di proprietà pubblica, dagli enti originari al Comune e il loro uso sociale.
Auspichiamo un provvedimento straordinario ? Può darsi. Certo è che la tutela del diritto all'abitare richiede, in questo momento, provvedimenti amministrativi straordinari, le requisizioni degli alloggi sfitti se necessario, l'acquito di immobili da parte dell'ente pubblico (ce ne sono 3 in città, oggetto di vendita giudiziaria, per un totale di 80 alloggi), l'attivazione di un “tavolo” a cui siano chiamati a partecipare enti e associazioni, per allargare subito l'offerta di alloggi a canone sociale, il concorso di Fondazioni e banche. Non serve l'ordinaria amministrazione e la filantropia non è sufficiente, anche se rimane una buona propedeutica ad una vera politica per la casa. E' invece sicuramente dannoso per il vivere civile dell'intera città, organizzare la guerra tra poveri, come sta facendo l'assessore Verrua.

Nessun commento:

Posta un commento

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...