Nel corso dei due ultimi anni circa il diritto all'abitare, pur proclamato in carte e statuti, è stato sistematicamente violato. Si è mutato nel suo contrario il paradigma socio/politico in cui questo ed altri diritti erano iscritti.
Tutta la relativa materia legislativa, pur registrando in modo disordinato la ruvida materialità dei “nuovi” rapporti sociali, ha mutato orientamento. Il compito di enti e istituzioni è ormai solo quello di temperare gli effetti più regressivi di un mercato delle locazioni diventato escludente, perché speculativo, per tutta la fascia di popolazione con redditi modesti o precari. Negli assessorati preposti, con risorse residuali, viene gestita una emergenza abitativa che si è ormai trasformata in “normalità”.domenica 30 gennaio 2011
giovedì 27 gennaio 2011
CHI TURBA L'ORDINE PUBBLICO
O forse turba i fautori di un ordine sociale iniquo, in cui tutto è fatto merce e precarietà a vantaggio di una minoranza ? Sedici famiglie senza alternativa abitativa, insieme ai volontari del Coordinamento Asti-est e di altre associazioni cittadine, hanno “occupato” l'edificio di proprietà dell'asl in via Orfanotrofio e l'edificio di proprietà del demanio di via Allende. Entrambi gli edifici erano abbandonati da anni all'incuria, in attesa di valorizzazione mercantile. Le sedici famiglie, uomini donne e bambini colpite da sfratti esecutivi per morosità incolpevole, rischiavano di finire sulla strada o disperse nelle assai approssimate reti di solidarietà di questa città. Sono anni che non si costruiscono alloggi popolari e i 108 che arriveranno a partire dagli ultimi mesi del 2011 si confronteranno con una richiesta di 600 aspiranti assegnatari in graduatoria atc e con una emergenza abitativa ormai cronica.
domenica 23 gennaio 2011
CENA DI AUTOFINANZIAMENTO
La solidarietà, insieme alla partecipazione, sono i comportamenti sollecitati e caratterizzanti di queste azioni di “occupazione”. Nessuna concessione alla spontaneità che non sia quella che necessariamente segue queste azioni, le porta a compimento. Prima c'è la riflessione, l'analisi, il senso che va esplicitato, in stretta relazione con il bisogno sociale che vuole essere soddisfatto.
Quando si dice buona azione civica oppure scelta di cittadinanza attiva, si vuole sottolineare la presa di coscienza e l'assunzione di responsabilità individuale verso il contesto, verso il noi come collettivo di libere persone singole, verso la società come insieme contraddittorio di relazioni.
Iscriviti a:
Post (Atom)
FONDO DI RESISTENZA con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI 7300 e...
-
In Italia sono 5,6 milioni le persone in povertà assoluta. Sono 8 milioni le persone che vivono in povertà relativa. 1 persona su 3 è a ris...
-
Frequento il bar di via Monti dal 95, ultimamente con qualche esitazion...
-
La discussione sul ventennale del G8, promossa da alcuni protagonisti di quell’evento, proprio nel luogo fisico, i...