mercoledì 9 giugno 2010

LETTERA DI LUCA

Ciao a tutti,
cosa succede in via Allende? In questi due mesi i toni si sono abbassati un po', evidentemente la stanchezza di questi mesi si è fatta sentire quindi ci siamo presi un po' di riposo. Ora pero è tempo di riprenderci la parola, alla fine se non si fa la voce grossa (nel senso però migliore del termine) le situazioni vanno avanti, apparentemente sembra che la battaglia sia vinta, ma chi c'è dentro capisce che non è cosi, ma che c'è ancora un lungo lavoro da fare e soprattutto continuare a rompere l'isolamento, continuare a far capire il gesto fatto.
Queste due righe sono ovviamente per dire quanto sia importante la partecipazione e la condivisione del gesto fatto dalle famiglie di via Allende, che ovviamente non vuole essere per pietismo nei confronti di chi ha occupato. Ormai mi sembra sempre più chiaro che in tutti gli ambiti delle nostre vite, dal lavoro alla scuola alla casa ,…dobbiamo di nuovo riappropriarci dei nostri “diritti”. M è anche vero che sperimentiamo un tale isolamento che diventa impossibile venirne fuori da soli. Bisognerebbe ricominciare a parlarci, a ricreare quel senso comune che ci può dare la forza di riavere cose che fino a poco tempo fa erano la normalità.
Un esempio. Io lavoro in Ferrero con contratto di lavoro indeterminato, mi ritengo uno dei strafortunati, ma con cosa è successo a Pomigliano bé le cose cambiano irrimediabilmente anche per me, magari non nell'immediato, ma è ovvio che cosa Pomigliano significhi: lasciare i lavoratori in balia del loro padrone. Dunque io devo sperare nella bontà del mio di padrone (sembra di ritornare nell'800, munito pero di gadget made in china), qualcuno ci ha fatto riflettere su ciò? Come lavoratori informati sui fatti (ormai nessuno può dire di non sapere) e magari impauriti dobbiamo chiederci come fare per rompere l'isolamento. I sindacati e le r.s.u della mia azienda hanno aperto una discussione? No tutto è passato nel silenzio… Direi che bisogna rompere questo silenzio e riflettere di nuovo tutti insieme perché diventi di nuovo automatico reagire in questo caso come lavoratori …tutto ciò è difficile e anche io non saprei da dove iniziare..
Questo esempio mio personale per dire che via Allende non deve essere vista solo come la vicenda di sei famiglie che hanno bisogno di aiuto ma vederla nel suo significato più ampio e vedere ognuno di noi in quel gesto. Quanti di noi conoscono o vivono sulla propria pelle una situazione di precarietà come quelle di via Allende ? Potremmo essere noi queste famiglie. Forse insieme alle altre dello sportello che non hanno ancora trovato una soluzione, dovremmo riflettere e trovare la forza di reagire, rompere l'isolamento che ci impongono, riconoscerci come “piccola collettività. Magari ritrovarci di nuovo in tanti e recuperare quell'automatismo che ci fa reagire, come lavoratori, studenti ,..quando vediamo un diritto negato.
Arrivo alle informazioni su via Allende:
  • dallo scorso mese le famiglie pagano un affitto, che abbiamo calibrato in base ai modelli isee delle famiglie, il 5 % di tale somma più 10 euri di acqua ovviamente senza contare le utenze che singolarmente pagano;
  • la gestione della palazzina viene fatta dalle famiglie, ogni tanto si fa una riunione di condominio. Ovvio che come in ogni condominio che si rispetti qualche problema c'è anche qui, ma diciamo che la base forte di partenza di questa convivenza rende tutti più ragionevoli;
  • veniamo poi alla questione spinosa della residenza che continua a venir negata, contro ogni disposizione di legge. Questa ovviamente è più una questione politica, perché non ci sono altre spiegazioni, diciamo che la procedura è tenuta ferma perché sulla palazzina pende sempre un possibile sgombero. In procura la denuncia penale c'è, ma si spera in una sua archiviazione. La proprietà tergiversa ma non ha rinunciato a riprendere il possesso della palazzina.

Dunque la minaccia dello sgombro con intervento della forza pubblica pende sempre sulle teste delle famiglie. Questo per dire che non si vive tranquilli e che tutti speriamo in una soluzione non traumatica …Vorrei sapere come dovremmo reagire in caso di sgombero, come reagireste voi, quali argomenti mettere in campo per impedirlo. Queste domande potrebbero essere motivo di riflessione e di discussione, intanto che aspettiamo la risposta della Prefettura al nostro ricorso. Speriamo che la risposta venga presto e sia positiva, diversamente saremo costretti a mettere anche la Prefettura tra gli enti e le persone che direttamente o indirettamente negano il diritto all'abitare di centinaia di famiglie.
Grazie
Luca coord asti est

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