Nasceva circa 4 anni fa, nel 2014, l’
associazione “L’Abito -Associazione per il diritto
all’abitare ed alla dignità”. Nasceva dalla volontà di un
pugno di persone di riproporre le pratiche di solidarietà e
attivismo apprese in tutta Italia anche qui nella nostra cittadina
che, seppure in proporzione, si trova ad affrontare gli stessi
problemi. Nasceva dalle ceneri del collettivo “il collettivo”,
che aveva cercato di riproporre a Bra l’esperienza di quelli che
nel resto d’Italia sono i collettivi studenteschi, gli antagonisti,
i centri sociali. Nasceva soprattutto dalla collaborazione con i
movimenti per la casa di varie città e dalla partecipazione alla
lotta contro la tav in val di Susa.
Non troviamo più il tempo da dedicare a pratiche
che, purtroppo, non hanno portato ai risultati in cui speravamo. Per
più di 3 anni siamo stati tutti i mercoledì mattina dalle 9 alle 12
con il gazebo al mercato in piazza XX settembre. Era un punto
informativo, uno sportello casa, la nostra sede. In questo periodo
abbiamo affiancato più volte persone che si trovavano ad affrontare
situazioni di disagio legate a emergenze abitative e sociali. Abbiamo
informato persone impaurite e talvolta disperate, tranquillizzandole,
spiegando per bene quali sono i passaggi giuridici che intercorrono
dalla minaccia di sfratto al dover abbandonare realmente
l’abitazione. Abbiamo accompagnato o indirizzato persone agli
sportelli dei servizi socio-assistenziali, cercando per quanto
possibile di mediare. Abbiamo presenziato, in gruppo o singolarmente,
a visite dell’ufficiale giudiziario, cercando di far rinviare e
prorogare il più possibile vari sfratti.
Abbiamo sventolato tutti i mercoledì mattina per
più di 3 anni al mercato di Bra la bandiera Antifascista, quella No
Tav, quella in ricordo di Dax, quella per i combattenti dello YPG,
distribuendo volantini contro le grandi opere nazionali e locali,
contro lo sperpero di risorse che andrebbero dedicate a lenire il
disagio sociale, distribuendo manuali di resistenza allo sfratto e
materiale informativo su varie tematiche.
Abbiamo organizzato più di un’iniziativa
antifascista, contestando chi concedeva le autorizzazioni, arrivando
a far blindare tutta piazza Carlo Alberto da 3 camionette di celere
in antisommossa a causa della nostra contestazione per la presenza di
un banchetto del partito neo fascista Forza Nuova.
Abbiamo volantinato, attacchinato, spammato, organizzato iniziative ludiche di auto finanziamento e avremmo voluto fare varie altre cose, oltre a far meglio quelle che abbiamo fatto, ma non le facciamo ne faremo più.
Abbiamo volantinato, attacchinato, spammato, organizzato iniziative ludiche di auto finanziamento e avremmo voluto fare varie altre cose, oltre a far meglio quelle che abbiamo fatto, ma non le facciamo ne faremo più.
Come già detto non siamo riusciti nel nostro
intento di creare a livello locale una rete di solidarietà attiva e
abbiamo più volte cercato di analizzare il motivo, ma senza
evidentemente essere riusciti a giungere ad una conclusione. La
mancanza di una sede sicuramente ha contribuito alla non riuscita, ma
non potendo affittare abbiamo scelto di non usufruire di una stanza
comunale, destinata a tutte le associazioni, prenotando qualche ora,
in quanto non necessario al tipo di attività da noi svolte, che
avrebbero necessitato di un luogo fisso, in cui trovare materiale
informativo e un punto stabile di ascolto popolare e generatore di
solidarietà.
Forse non siamo stati abbastanza associazione per
come qualcuno la intende. Non siamo la facciata di qualcuno che ci
manovra. Non siamo stati creati appositamente per partecipare a dei
bandi o accedere a finanziamenti. Non proponevamo CIO che le
istituzioni e associazioni a loro connesse impongano sia il
volontariato.
Non sentiranno in molti la nostra mancanza, ma ci
rimane il rammarico per tutte quelle persone che continueranno a non
riuscire a vivere dignitosamente, anche se da alcune di queste stesse
persone siamo stati noi stessi discriminati, perché non davamo
soldi, case, cibo, perché difendevamo gli stranieri, perché eravamo
“strani”.
Oggi nessuno si deve più preoccupare di noi in
quanto attivisti. Perché se per molti cittadini non siamo mai
nemmeno esistiti, per alcune istituzioni eravamo persone su cui era
necessario aprire fascicoli e tenersi informati sulle nostre
attività. Attività che non abbiamo mai nascosto, mettendoci la
faccia, alla luce del sole.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il
Coordinamento Asti-est, cronologicamente prima realtà di questo tipo
in Piemonte ad occuparsi del problema degli sfratti, da cui abbiamo
imparato buona parte delle pratiche di attivismo anche dal punto di
vista burocratico e del rapporto con le istituzioni.
In attesa delle elezioni comunali, che creeranno fermento, movimentini ed attivisti, cogliamo l’occasione per ringraziare chi ha avuto la pazienza di leggere questo comunicato. Ricordando ancora volta che per noi la dignità di una persona, di una famiglia, viene prima di qualsiasi legge, autorità, potere finanziario o divinità. Nel mondo civilizzato non ci deve più essere chi crepa di fame, perde la casa, non ha i soldi per curarsi e istruirsi, non può uscire da sola o vestirsi come vuole, o chi deve fare attenzione a uscire quando fa buio, o a chi gli entra in casa di notte, o chissà quanti altri esempi di inciviltà. Un pensiero alla nostra cittadina, in cui non si nasce più, in cui si vanno a creare e solidificare ghetti, in cui per quanto piccola non manca niente, dai fricchettoni al business dell’accoglienza, dai fascisti ai leghisti, dai rafanielli ai sinistronzi aristocratici, dal benessere del centro al degrado della periferia, dallo sperpero di risorse per opere ed eventi inutili ai buchi nelle strade che circondano il luccicante centro, a mille altre cose che rendono Bra e i suoi 30.000 abitanti un esempio dell’Italia odierna che affronta il cambiamento del mondo nel suo aspetto geopolitico, sociale e climatico.
In attesa delle elezioni comunali, che creeranno fermento, movimentini ed attivisti, cogliamo l’occasione per ringraziare chi ha avuto la pazienza di leggere questo comunicato. Ricordando ancora volta che per noi la dignità di una persona, di una famiglia, viene prima di qualsiasi legge, autorità, potere finanziario o divinità. Nel mondo civilizzato non ci deve più essere chi crepa di fame, perde la casa, non ha i soldi per curarsi e istruirsi, non può uscire da sola o vestirsi come vuole, o chi deve fare attenzione a uscire quando fa buio, o a chi gli entra in casa di notte, o chissà quanti altri esempi di inciviltà. Un pensiero alla nostra cittadina, in cui non si nasce più, in cui si vanno a creare e solidificare ghetti, in cui per quanto piccola non manca niente, dai fricchettoni al business dell’accoglienza, dai fascisti ai leghisti, dai rafanielli ai sinistronzi aristocratici, dal benessere del centro al degrado della periferia, dallo sperpero di risorse per opere ed eventi inutili ai buchi nelle strade che circondano il luccicante centro, a mille altre cose che rendono Bra e i suoi 30.000 abitanti un esempio dell’Italia odierna che affronta il cambiamento del mondo nel suo aspetto geopolitico, sociale e climatico.
In questo contesto continuiamo a pensare che
realtà di volontariato e di attivismo rappresentino una boccata di
aria fresca, un espressione di umanità e prospettiva per il futuro,
e con rammarico quindi deponiamo il megafono e i volantini, sperando
che queste poche righe e gli eventi della vita possano portare altre
persone anche qui a sperare attivamente in un mondo migliore.
Per l’ennesima volta cogliamo l’occasione per
ringraziarvi dell’attenzione, della partecipazione e per porgervi i
nostri più cordiali e sentiti saluti.
Il direttivo
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