
Con
questo atto le famiglie hanno messo fine ad una condizione di
emergenza abitativa diventata insostenibile, dopo aver subito
sfratti senza colpa e ricercato senza risultati una alternativa.
Il
dramma di una precarietà economica che si trasforma in precarietà
di relazioni, sociali e familiari incluse, sembra non avere fine, su
tutto il territorio nazionale.
Tale
precarietà è aggravata da un mercato immobiliare che esclude per
censo e lascia ad una domanda inesistente decine di immobili
vuoti e migliaia di alloggi sfitti.
In
questo contesto la tutela della dignità e del diritto delle
persone/famiglie può esercitarsi solo con atti di disubbidienza
civile come quello di oggi.