Sono circolati in questi giorni giudizi che ci attribuiscono scelte e intenzioni che non sono le nostre. L'intento è quello di stravolgere il senso delle cose che facciamo, metterci in cattiva luce, impedire che gli esiti da noi auspicati si compiano.
Siamo stati descritti come una lobby che tutela gli interessi particolari dei suoi aderenti, dunque gli interessi delle sei famiglie che hanno “occupato” lo stabile di via Allende.
Siamo stati descritti come quelli che violano indiscriminatamente le leggi e dunque possono mettere in pericolo, per imitazione, l'ordine sociale.
I nostri critici proiettano evidentemente su di noi il loro modo di vedere le cose e ci costringono a fare delle precisazioni che davamo per scontate, che diamo per scontate presso quelli, tra i nostri interlocutori, che si rapportano con noi senza pregiudizio.
Non abbiamo mai predicato la violazione indiscriminata delle leggi, neppure la predicheremmo. Sosteniamo invece il diritto a disobbedire a leggi, norme o regolamenti quando vengono usati per violare la libertà e la dignità delle persone, la coesione delle famiglie e la coesione sociale.
Non abbiamo mai sostenuto che la occupazione dello stabile di via Allende fosse qualcosa di diverso di un atto simbolico o dimostrativo. Continuiamo ad essere solo padroni delle nostre vite e titolari di diritti, come riconosciuto dalla Costituzione.
Proprio per questo siamo disposti a lasciare gli alloggi appena ci viene proposta una ragionevole alternativa abitativa. Proprio per questo sosteniamo l'ipotesi a cui lavora (lavorava ?) la Prefettura, partecipi a vario titolo il Comune, l'atc, e il Ministero della difesa (la proprietà), per usare lo stabile di via Allende al fine di ridurre l'emergenza abitativa.
Se si vuole individuare una lobby per indicarla tra i responsabili delle difficoltà che devono affrontare centinaia di famiglie per soddisfare il loro bisogno abitativo basta darsi ragione della speculazione immobiliare che ha disseminato la città di migliaia di alloggi sfitti, con un mercato delle locazioni così gonfiato da essere escludente per centinaia di famiglie, certamente per quelle che affollano le inesauribili graduatorie dell'atc.
Lo stesso mercato che ha arricchito i frequentatori più assidui dell'assessorato all'urbanistica, costruttori, proprietari di aree, corporazioni delle professioni e ha riempito di soldi le banche e le assicurazioni.
A differenza di costoro, che parlano a nome dei loro profitti e delle loro rendite, noi parliamo ed agiamo senza scopo di lucro con l'unica presunzione di voler dare una voce e una occasione di partecipazione a nome di tutti quelli che hanno a cuore la convivenza civile e a tutte le famiglie che hanno problemi abitativi, dunque le 40 in emergenza e le 600 in graduatoria.
Sono ormai nove mesi che dispieghiamo inascoltati tutta la nostra capacità di dialogo, che mostriamo in pubblico le nostre vite minacciate nelle loro relazioni più prossime, quelle familiari, da vincoli decisioni e vicende di cui siamo solo destinatari impotenti, sono nove mesi che suggeriamo ai nostri interlocutori istituzionali proposte e provvedimenti per affrontare questo gravissimo problema sociale, per affrontare l'emergenza e le sue cause. La risposta è stata l'immobilismo, la minimizzazione dei problemi, il rifiuto a condividere dei progetti e persino delle analisi.
Certo in qualcosa siamo diversi. Siamo tra quelli che non tacciono e non si affidano solo alla divina provvidenza, siamo tra quelli che non vogliono lasciare ai ricchi tutta la torta, che non vogliono fare la guerra delle briciole ad altri come noi.
Si, siamo la lobby dell'uguaglianza e del libero pensiero.
Asti 25 aprile 2010
BOURAS BRAHIN, ECHCHARFOUI KOUCI, AKRAMALLAH JAMAL, ACHAGUI ABDELLAH, POLIANTE ROBERTO, BENTALEB MOUKET, SOTTILE CARLO, SQUILLIA LUCA, BORRA ORESTE, PICCININI EGLE, MICHELE CLEMENTE, ZOHRA SRIJ, HARRACH MOHAMMED, KONE RAMA, BRUNELLA TESTONI, BEN ALI' ALI'.
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