domenica 21 giugno 2009

LETTERA AL SINDACO



Signor Sindaco,
nel corso di due mesi circa si sono affacciate al nostro “sportello di segretariato sociale” molte famiglie assegnatarie atc di un alloggio cosiddetto di “parcheggio” (art.13 c.6 della LR 46/95). Tutte hanno documentato un invito a lasciare l'alloggio pena l'avvio di una procedura di sfratto, alcune hanno mostrato i documenti di una procedura di sfratto già avviata e già subiscono le penalizzazioni previste per gli “occupanti senza titolo” (canone pari al doppio dell'equo canone, art.19 e 30 della LR 46/95). Hanno ovviamente portato con se i sentimenti che accompagnano il pericolo di perdere l'abitazione, la minaccia alla integrità dei legami familiari, il rischio che sia compromessa una vicenda di difficile integrazione sociale.
Abbiamo ragione di ritenere che l'invito di cui si tratta sia pervenuto alla totalità degli assegnatari di un “alloggio parcheggio”, il che configura una situazione gravissima di per se perché, fino a prova contraria, riguarda famiglie, molte con minori, con redditi modesti o precari e dunque impossibilitate a frequentare il mercato privato delle locazioni.
In questa situazione risulta inoltre discutibilissimo il modo di operare dell'assessorato ai Servizi Sociali. In una situazione stranota di danno sociale diffuso (ci sembra inutile richiamare i dati), in cui i cittadini trovano difficoltà a soddisfare il loro bisogno abitativo e gli enti e le associazioni non possono loro malgrado tutelare il diritto all'abitare di tutti, gli interventi dell'assessorato ai Servizi Sociali in materia di abitazioni, dovrebbero sempre essere guidati dall'intenzione di ridurre il danno sociale, non accrescerlo, come a noi sembra di vedere.
Come sempre facciamo, quando persone/famiglie si affacciano al nostro sportello per raccontarci i loro problemi, muoviamo una nostra istruttoria delle condizioni sociali e abitative, compresa la ricostruzione di una storia minima di vita che dia il senso di quel che accade al di là delle circostanze.
Per quanto riguarda l'emergenza che ha dato luogo all'assegnazione e dunque alla sottoscrizione della convenzione di legge (art. 13 della LR 46/95), abbiamo potuto osservare, dal punto di vista di una associazione che tutela “interessi diffusi” (art.9 legge 241/90), la pressoché totale non trasparenza delle procedure. In particolare i rinnovi, le proroghe, le revoche della convenzione risultano atti agiti nella più completa discrezione, comprese le procedure di sfratto e i relativi rinvii. Regolare problemi di questo genere, con queste modalità, in una situazione sociale come quella presente, ci sembra davvero discutibile.
Vogliamo ricordare che le finalità della LR 46/95 ed in particolare le norme che riguardano l'emergenza abitativa, sono solidaristiche e di tutela del diritto all'abitare di tutti i cittadini, in particolare di quelli con condizioni sociali modeste. Questo significa, a nostro giudizio, che l'uso di questa convenzione non deve promuovere una astratta e dunque perniciosa mobilità degli inquilini (sembra essere questa l'intenzione dell'assessore ai Servizi Sociali), ma deve accompagnare in ogni momento un obiettivo esame della condizione sociale degli inquilini stessi. In parole povere, se la condizione sociale che ha giustificato l'uso della convenzione permane a distanza di uno o due anni (ed è una ipotesi assoltamente verosimile) la convenzione stessa deve essere rinnovata o i suoi termini prorogati (nero su bianco) oppure in altro modo si deve garantire il passaggio “da casa a casa”.
Facciamo osservare a questo proposito che la durata della convenzione, fino a due anni, prevista dal citato 13 della LR 46/95 , non è una scelta casuale del legislatore ma il proposito di mettere in relazione emergenza/normalità con la durata biennale dei bandi e dunque con la possibilità di certificare una “scadenza dei termini previsti da convenzioni per la permanenza in locali concessi a titolo temporaneo” (art.10 della legge regionale citata) condizione che, da sola, vale 4 punti di graduatoria.
In conclusione chiediamo:
  1. un incontro urgente con il Sindaco della città
  2. La sospensione di tutte le procedure di sfratto che colpiscono gli assegnatari di “alloggio parcheggio”
  3. l'esame trasparente (in una commissione responsabile) di ogni situazione caso per caso.
In quanto associazioni che tutelano “interessi diffusi”, restiamo ovviamente liberi di contrastare, con tutti i mezzi di cui disponiamo, procedure che riteniamo non trasparenti e azioni che riteniamo ingiuste e lesive del diritto di abitare di ogni cittadino.
Cordialmente
Portavoci:
Coordinamento Asti-Est, Carlo Sottil
Associazione Amal, Ait Yussef
Piam onlus, Alberto Mossino
Peter Pan, Piero Vercelli
Varie&Eventuali, Sara Caron
AISAP, associazione senegalesi, Seck Mamadou
Collettivo Sherwood, Francesco Olivero
Associazione A Sinistra, Giuseppe Vitello

Nessun commento:

Posta un commento

  FONDO DI RESISTENZA   con i pregiudicati della ex Mutua SOMMA VERSATA A TUTT'OGGI     7300 e...