venerdì 29 aprile 2022

NON ARMI SI NEGOZIATO-FERMARE LA GUERRA


25 aprile 2022: un appuntamento importante per tutti coloro che vogliono far sentire la voce della pace, della condanna della guerra, dell'alternativa a un mondo fondato sulle armi e la sopraffazione.

Uniamo i nostri propositi a quelli che in questo momento si stanno esprimendo su tutto il territorio nazionale (Gkn di Campi Bisenzio, Anpi, la Cgil, i promotori della Perugia Assisi, le vie crucis promosse dal Papa e una vasta area di associazionismo laico, cattolico, femminista) per la condanna della guerra e l’attivazione di un negoziato tra le parti in conflitto. Esprimiamo solidarietà alla popolazione ucraina sconvolta da una guerra di aggressione e ai pacifisti russi incarcerati dal regime di Putin.

Come esprimiamo solidarietà al popolo curdo, nuovamente sotto l’attacco delle bombe di Erdogan, al popolo palestinese, ristretto in enclave soffocanti e assassine e a tutti i popoli che stanno soffrendo gli attacchi militari di eserciti che si muovono ai margini di una diffusa diplomazia imperialista.

Al tempo stesso ci ostiniamo nella ricerca di un negoziato e di una soluzione politica alla guerra, convinti che tale soluzione sia l’unica possibile per mettere fine ai drammi, alle sofferenze, alle disumane privazioni, delle popolazioni civili dell’Ucraina. La via principe, riteniamo sia quella dell’uscita dalla NATO, al più presto, senza SE e senza MA, auspicandone lo scioglimento.

Siamo in un Paese già messo in ginocchio economicamente e socialmente dalla pandemia ed ora, l’economia di guerra imposta dal governo, con le sanzioni alla Federazione Russa e l’invio di armi all’esercito ucraino, annuncia l’inasprirsi delle ingiustizie e delle disuguaglianze. Aumenteranno i disoccupati ed aumenteranno tutti coloro che, pur lavorando, hanno già adesso uno stipendio da fame. Per questa parte di popolazione costituirà un problema pagare le bollette della luce e del gas, conservare la propria abitazione, avere un servizio sanitario pubblico appena decente. Così pure si aggraveranno le condizioni del personale della scuola pubblica e degli studenti-esse che già adesso, subiscono gli effetti di un sapere mediato da tecnologia e pretese di efficientismo educativo.

Ignorando questa realtà, un Parlamento sempre più orientato dalla governance neo-liberale, senza alcuna considerazione per l’assemblea delle Nazioni Unite in cui i Paesi più popolosi del pianeta non hanno votato le sanzioni auspicando una soluzione politica del conflitto ucraino, ha votato un aumento delle spese militari che passerà da 25 miliardi a 38 miliardi di euro entro il 2024 con un aumento del 50%, cifra che equivale ad una spesa di 104 milioni di euro al giorno.

Una folle deriva bellicista che va contrastata rendendo visibile nelle strade, nelle piazze e nei conflitti che già si aprono lungo la filiera della economia neo-liberale, una opposizione finora rimasta sottotraccia, dispersa in mille rivoli, priva di potere politico.

 Coordinamento Asti-Est 

Associazione in movimento per il diritto all’abitare

"Noi le case le vogliamo veder costruite/ristrutturate e abitate, non distrutte dalle bombe degli eserciti"

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