La richiesta di un uso sociale della palazzina di via Allende, opposta a scelte di abbandono e propositi di vendita, è stata pubblicamente argomentata, da parte della nostra Associazione, in più occasioni. Il fatto di appartenere al demanio, dunque alla categoria dei beni pubblici, dovrebbe rafforzare ancora oggi questa richiesta. Ora, apprendiamo che il governo cittadino ha intenzione di disporne per contrastare l’emergenza abitativa. Bene, l’ipotesi peggiore, circolata in questi giorni, cioè la vendita, sembra essere scongiurata.
Ma sarà proprio così ? Nel corso degli ultimi dieci anni, non c’è stato governo cittadino che non abbia manifestato la stessa intenzione. Eppure la palazzina è ancora lì, con gli ingressi sigillati per la ennesima volta: nell’ottobre del 2019, quando l’ultima famiglia degli occupanti aveva trovato domicilio altrove; in seguito, quando uno o più ignoti senza tetto, violando i primi sigilli, ne avevano fatto il loro domicilio di fortuna.
Guai ai poveri, vien da dire. Infatti, a ben vedere, anche nella ipotesi migliore, quella appena formulata dal governo cittadino, l’insieme dei problemi sociali che hanno fatto da contesto alla occupazione di quella palazzina, si riproporrebbe, assai più impegnativo di prima, per ammissione degli stessi assessori competenti. Vediamo dunque con chiarezza, ripercorrendo, per sommi capi, la vicenda decennale che ha preso corpo (e anima), nella palazzina e dintorni.