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Lasciare
sottoterra tutti i giacimenti di fossili non ancora sfruttati e
ridurre rapidamente a zero i prelievi da quelli operativi: niente Tap
e Eastmed; niente nuove trivelle e rinnovo delle concessioni scadute.
Incentivi finanziari, ma soprattutto sostegno normativo e
organizzativo, alle fonti rinnovabili, alle comunità energetiche,
all’efficienza in tutte le utenze, alla riduzione dei consumi
superflui.
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Riorganizzazione
radicale della mobilità: potenziamento del trasporto di massa e a
domanda, soppressione in tempi rapidi della “vacca sacra”
(Mumford) delle nostre società: l’accoppiata auto-petrolio. Ma il
passaggio all’elettrico non basta. L’auto privata non è solo un
veicolo; è un sistema che esige la moltiplicazione di strade,
parcheggi e congestione; e che alimenta consumi, dispersione (sprawl)
urbana e grandi centri commerciali a spese della vita di vicinato.
Abbandonarlo per una mobilità flessibile e condivisa richiede
cambiamenti radicali degli stili di vita che non possono essere
imposti: devono venir resi accettabili con politiche ad hoc nel
trasporto pubblico, in campo commerciale, nell’edilizia.