mercoledì 15 novembre 2017

BRANCACCIO FINE ?


L’aspetto più inquietante dal punto di vista politico di chi, come me, si è acceso di entusiasmo per il primo Brancaccio (Giugno), è stato constatare a posteriori, dal documento firmato a quattro mani in in avanti, il ruolo preponderante dei partiti sul ruolo marginale dei cosiddetti civici (cittadini, associazioni, movimenti di base). Poco importa, da questo punto di vista che Rifondazione abbia fatto dello “entrismo” mentre gli altri tre abbiano preferito un percorso parallelo a quello dei “civici”. In quanto ai civici, con o senza tessera di partito in tasca, delle cento città - e qui posso tralasciare i documenti e riferirmi alla breve esperienza astigiana - non hanno nemmeno avuto il tempo di conoscersi e di confrontarsi tra loro sui problemi dei rispettivi territori. Altro che percorso di lunga lena, con la scadenza elettorale come tappa di minore importanza ! 

Dunque, l’accelerata (elettorale), imposta dal documento dei quattro, è stato un errore del solo Montanari, confermato dallo stesso Montanari, nel testo “consigli di lettura” che ha fatto immediatamente seguire alla firma dell’originale. Per capire lo sconcerto dei più e l’incazzatura dei compagni di Rifondazione bastava leggere i grandi quotidiani del giorno dopo. Il documento veniva inserito nella telenovela centro/sinistra si, centro/sinistra no, insieme all’accredito di Grasso come leader della lista dei tre partiti Si, Mdp, Possibile, in attesa di Rifondazione, a quel punto in crisi di identità.
Voglio ricordare che l’appello del Brancaccio ha tre parole chiave: Costituzione (con il richiamo alle promesse non mantenute degli art. 3, 9, 42), rottura (con le politiche del compromesso senza principi dall’accordo Treu in poi), nuovo inizio (con facce giovani e un modo di fare comunità politica fuori dai riti della 3a internazionale). Queste idee, per inverarsi, devono agire dentro un movimento reale di “cittadini, associazioni, movimenti di base”. E’ quello il nostro compito, il senso della nostra reazione al provvisorio stop di Montanari e Falcone. In quanto alla lista elettorale dei quattro partiti possiamo auspicare che sia unica, ma non possiamo confonderla con quella che vorremmo, promossa dal movimento, con i criteri del Brancaccio (giugno), per una rappresentanza impegnata ad organizzare l’autogoverno e a disobbedire alle politiche sovraordinate del capitale finanziario.

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